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“Meloni costretta alla retromarcia”: clamoroso, la decisione della premier

Discussione sulla manovra economica in Senato

“Meloni costretta alla retromarcia”: clamoroso, la decisione della premier – Il dibattito attorno al contributo delle banche rappresenta uno degli ostacoli principali all’approvazione della manovra economica in Senato. Il confronto tra l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e i principali istituti di credito si è protratto anche nelle ultime ore, con l’obiettivo di giungere a un accordo che garantisca al tempo stesso stabilità finanziaria e risorse per le priorità sociali. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che «un dialogo franco e costruttivo» è in corso, esprimendo gratitudine alle banche per la collaborazione dimostrata. Il prelievo previsto resta di 4,5 miliardi per il 2026 e 11 miliardi nell’arco del triennio, ma gli istituti contestano diversi punti, in particolare la crescita della tassazione sugli utili 2023 riservati ai dividendi, la cui aliquota potrebbe salire dal 27,5% fino al 40%.

“Meloni costretta alla retromarcia”: clamoroso, la decisione della premier

La pressione sugli istituti finanziari è aumentata dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, che durante il Consiglio federale della Lega ha ottenuto il mandato per agire sulla manovra qualora ve ne fosse la necessità. L’intento, secondo quanto riferito dal senatore Claudio Borghi, sarebbe quello di valutare un incremento dell’imposta sulle banche, con possibili risorse aggiuntive, fino a un miliardo, da destinare a sanità, famiglie e imprese. Salvini ha accusato le banche di essere “avare” e di non rispettare il “sistema Italia”.

Le critiche di Salvini hanno trovato risposta nel leader di Forza Italia Antonio Tajani, che ha partecipato al tavolo tra Abi e Ministero dell’Economia. Tajani ha evidenziato come «le novità per il settore finanziario devono emergere dal confronto», lanciando un monito specifico sul tema degli affitti brevi. Ha dichiarato che, senza modifiche alla norma, la battaglia si sposterà all’interno del Parlamento. Tajani ha anche ribadito le priorità di Forza Italia su casa e forze dell’ordine, sottolineando la disparità di trattamento tra le criptovalute e la proprietà immobiliare. L’innalzamento dell’aliquota dal 21% al 26% sulla cedolare secca per la prima casa destinata agli affitti brevi costituisce un altro nodo irrisolto. La misura è contestata da Forza Italia, Lega e Noi Moderati. In attesa del testo definitivo, Fratelli d’Italia mantiene una posizione prudente: secondo Gianluca Caramanna, responsabile Turismo del partito, la tassazione aumentata si applicherà solo alle seconde case. Maurizio Lupi ha suggerito una possibile alternativa: «Ridurre l’Imu sulla seconda casa affittata a lungo termine alle famiglie».

Giorgia Meloni durante una conferenza stampa
Discussione politica sulla manovra economica

Manovra sotto pressione: le reazioni delle categorie e le tensioni politiche

A cinque giorni dal via libera in Consiglio dei ministri, la manovra rimane al centro dell’attenzione. Diverse categorie protestano contro le nuove misure, mentre Giorgetti invita alla prudenza e a non prestare eccessiva attenzione alle bozze in circolazione. Il governo prosegue il lavoro per finalizzare il testo, ma il clima politico e sociale si fa sempre più teso.

Le pensioni rappresentano un altro punto critico. I sindacati della polizia si sono espressi duramente contro l’esecutivo, criticando l’innalzamento dell’età pensionabile previsto dal 2026, che comporterà un aumento di tre mesi e poi di quattro mesi nel 2027. I sindacati lamentano inoltre la mancanza di fondi per il rinnovo contrattuale e per nuove assunzioni. A sostegno delle istanze del comparto, il ministro Guido Crosetto si dice fiducioso sugli impegni presi dal governo. Preoccupazioni arrivano anche dal settore dell’autotrasporto. Assotir denuncia una stangata da 200 milioni di euro a causa dell’aumento delle accise sul diesel, ritenuto penalizzante per una filiera già in difficoltà. Questa protesta si aggiunge alle numerose voci critiche che stanno accompagnando il percorso della manovra economica. Il destino dei dipendenti degli Enti locali rimane ancora incerto. Era stata promessa la detassazione del salario accessorio, ma la misura non compare nella bozza attuale. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, è impegnato nella ricerca di una soluzione, con l’ipotesi di inserire un fondo da 150 milioni di euro nel testo definitivo.

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