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Musica sotto shock, arrestato il famosissimo cantante: “L’ha fatto sul palco davanti a tutti”

Il rapper Wiz Khalifa durante un concerto dal vivo

Negli ultimi anni il tema degli arresti di artisti internazionali in Europa legati al possesso o al consumo di cannabis è diventato sempre più frequente. La contrapposizione tra la narrativa libertaria di una parte della musica urban e rap statunitense e il quadro normativo rigoroso di molti Paesi europei emerge in modo evidente dai casi giudiziari che hanno coinvolto alcuni dei nomi più noti della scena mondiale. Molti protagonisti dell’industria musicale d’oltreoceano, abituati a operare in Stati americani in cui l’uso personale di marijuana è regolamentato o parzialmente tollerato, giungono sul territorio europeo con l’idea che la propria notorietà o l’esistenza di aree “tolleranti” possa tradursi in una sorta di corsia preferenziale. In realtà, le legislazioni nazionali dell’Unione Europea e dei Paesi membri continuano a prevedere sanzioni severe per la detenzione e il consumo di sostanze stupefacenti, anche in quantità limitate.

Le autorità doganali e le forze di polizia dei diversi Stati non esitano a intervenire in occasione di festival, tour o eventi mondani, applicando le norme vigenti senza particolari eccezioni per i personaggi famosi. In numerosi casi, i controlli si sono conclusi con multe significative, divieti di ingresso o, nei casi più gravi, con vere e proprie condanne detentive che hanno avuto ripercussioni sulle carriere e sulla programmazione dei concerti. Le conseguenze per gli artisti coinvolti spaziano da sanzioni pecuniarie di alcune centinaia o migliaia di euro, fino alla reclusione o al ban dall’ingresso in determinati Paesi per periodi anche pluriennali. Tali vicende si inseriscono in un contesto più ampio di collaborazione tra Stati in materia di contrasto al traffico di droga e di controllo degli spostamenti di persone considerate a rischio sotto il profilo della sicurezza e del rispetto delle norme locali.

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La condanna di Wiz Khalifa in Romania

Uno degli episodi più recenti e significativi è la condanna inflitta al rapper statunitense Wiz Khalifa, all’anagrafe Cameron Jibril Thomaz, da parte del tribunale di Costanza, in Romania. La corte ha confermato una pena di nove mesi di reclusione in relazione a un fatto accaduto durante il festival Beach, Please! che si svolge nella località di Costinesti, sul Mar Nero. Nel corso della sua esibizione, il rapper è stato visto consumare marijuana sul palco, visibilmente davanti al pubblico presente. Le autorità rumene hanno ritenuto il comportamento incompatibile con la normativa nazionale, che prevede un approccio severo alla gestione delle sostanze stupefacenti. L’episodio è stato documentato e ha dato avvio a un procedimento penale che si è concluso con la condanna dell’artista.

In una prima fase, l’orientamento del tribunale sembrava più indulgente: era stata infatti comminata una multa di circa 630 euro, interpretata come misura sanzionatoria sufficiente. Successivamente, tuttavia, la Direzione per le indagini sulla criminalità organizzata ha deciso di impugnare quella decisione chiedendo un inasprimento della pena. Il nuovo giudizio ha portato alla trasformazione della sanzione in una condanna detentiva, segnando un cambio di passo nella gestione del caso.

La decisione della corte rumena comporta per Wiz Khalifa un rischio concreto in caso di ritorno nel Paese: l’artista, se dovesse rientrare sul territorio nazionale, potrebbe essere sottoposto a esecuzione della pena e quindi alla detenzione effettiva. Di fatto, si configura un forte disincentivo alla presenza del rapper in Romania, che conferma così una strategia di tolleranza zero verso il consumo di cannabis in contesti pubblici, anche quando si tratta di eventi internazionali di grande richiamo.

Nicki Minaj fermata in Olanda: il caso all’aeroporto di Amsterdam

Un altro episodio che ha attirato l’attenzione dei media internazionali riguarda la rapper Nicki Minaj, protagonista di un fermo di polizia presso l’aeroporto Schiphol di Amsterdam nel mese di maggio 2024. Secondo quanto riportato, l’artista avrebbe acquistato marijuana in un coffee shop della città, ritenendo che tale acquisto, effettuato in un contesto regolamentato, fosse privo di implicazioni legali anche nella fase di partenza verso un altro Paese.

Le autorità olandesi hanno però contestato il trasporto della sostanza oltre i confini nazionali, che rientra nelle fattispecie sanzionate dal diritto internazionale e dalle leggi dei singoli Stati di destinazione. Il controllo è stato documentato dalla stessa cantante, che ha trasmesso in diretta Instagram l’intervento delle forze dell’ordine.
La vicenda ha avuto ripercussioni immediate sul tour, con la cancellazione della data di Londra prevista per la stessa sera, creando disagi alla produzione e ai fan.

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