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Natisone, nuovi elementi sulla tragedia: cos’è l’effetto “freezing” che ha paralizzato i tre giovani

La ricostruzione della tragedia: cos’è l’effetto freezing

Le immagini strazianti e le testimonianze dei passanti descrivono i tre ragazzi come “bloccati dalla paura” in mezzo all’isolotto del fiume Natisone. Poi la piena ha cominciato ad alzare l’acqua portando una corrente sempre più forte. Cristian, Patrizia e Bianca non sono riusciti a muoversi in tempo per trarsi in salvo e la causa, secondo quanto riportato da “Il Messaggero” potrebbe essere stato un particolare fenomeno: quello dell’effetto freezing. Da quanto è stato riportato, una delle ragazze non sapeva nuotare e questo elemento potrebbe aver contribuito alla scelta dei ragazzi di rimanere uniti in attesa dei soccorsi piuttosto che tentare di raggiungere la riva. Ma vediamo nello specifico come funziona il fenomeno di immobilizzazione nelle situazioni di panico detto “freezing”.(Continua a leggere dopo la foto…)

Natisone, cos'è l'effetto freezing

L’effetto freezing: la paralisi nel panico

Il Messaggero riporta le parole della psicologa Pamela Busonero. L’effetto freezing si innescherebbe «quando si è di fronte ad una situazione in cui non si riesce ad affrontare la minaccia né a fuggire da essa. La paralisi, peraltro, non è solo fisica. Raggiunge una profonda “stasi cerebrale” che impedisce di ragionare razionalmente e di analizzare la situazione, ostacolando quindi la presa di decisioni e iniziative che permetterebbero di salvarsi dalla minaccia». Uno stato di “congelamento” che può durare da qualche secondo fino a 30 minuti. (Continua a leggere …)

Morti del Natisone:la spiegazione della giornalista

«Probabilmente è stato uno spavento molto grande che li ha paralizzati – ha spiegato la giornalista Crina Suceveanu -. L’acqua ha cominciato ad arrivare. Hanno pensato: “Cosa facciamo adesso, dove andiamo?”. Inizialmente la distanza che li separava dalla riva era solo di pochi metri. L’acqua fredda gli arrivava già alle ginocchia e li batteva forte. Ma congelati dalla paura, i giovani non hanno osato percorrere i pochi metri che li separavano dalla zona sicura, circondata da cespugli, vicino alla riva. (…)». Un altro elemento può essere stata la scarsa conoscenza del luogo e della velocità con cui l’acqua del fiume Natisone sarebbe salita. In pochissimi minuti il livello dell’acqua e salito fino alle ginocchia lasciando altri 2 o 3 minuti per i tentativi di soccorso prima che i giovani venissero travolti e inghiottiti dalla corrente.

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