La replica di Simone Leoni: “Lo perdono, ma non mi conosce”
Non si è fatta attendere la risposta del giovane segretario. In un breve intervento, Simone Leoni non alimenta ulteriormente il conflitto, ma sottolinea il dolore ricevuto. «Pur avendo sofferto molto, non provo rancore per Silvio Leoni», dichiara. E aggiunge: «Lo perdono per avermi attaccato senza conoscere davvero me e i miei valori». Parole misurate, che lasciano intendere una distanza profonda e non solo politica tra padre e figlio.
Nessun dietrofront, però, sulle critiche a Vannacci. Simone non ritratta, non chiede scusa, ma neppure rilancia l’attacco. Sceglie il tono basso, in contrasto con quello infuocato della lettera paterna. Una scelta comunicativa che conferma quanto la frattura sia anche generazionale, ideologica, familiare. E ora anche pubblica.
Leggi anche: La Baba Vanga giapponese getta ombre sul futuro: “Cosa sta per accadere”
Un caso che divide Forza Italia e mette a disagio il centrodestra
L’esplosione del caso Leoni-Vannacci rischia ora di creare imbarazzo all’interno di Forza Italia e più in generale nel centrodestra. Il segretario dei giovani del partito si è scagliato contro un alleato di governo, mentre suo padre lo ha duramente sconfessato pubblicamente, evocando l’onore militare, la patria e la lealtà. Una contrapposizione che fa emergere vecchie e nuove tensioni all’interno della coalizione, tra chi sostiene una linea più moderata e chi invece si mostra pronto a battaglie più radicali. Resta il fatto che, a pochi mesi dall’insediamento del nuovo segretario giovanile, la sua figura è già al centro di una polemica clamorosa, che coinvolge la sua famiglia e tocca nervi scoperti dell’identità del centrodestra italiano. Sullo sfondo, un generale discusso come Vannacci, simbolo divisivo ma popolare, e un partito, Forza Italia, che si ritrova improvvisamente a fare i conti con una spaccatura mediatica interna.
