
Ci vorrà circa un mese per sapere se il DNA di Andrea Sempio corrisponde a quello trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Secondo fonti investigative, i genetisti stanno analizzando le tracce biologiche per verificare una possibile compatibilità. Ieri, 13 marzo, il 37enne è stato sottoposto al prelievo del tampone salivare nella caserma Montebello di Milano. All’uscita, sguardo impassibile e nessuna dichiarazione. I suoi legali avevano riferito il suo stato d’animo con una frase breve ma significativa: “Sono sconvolto“. Per lui, che all’epoca del delitto aveva 19 anni, si riapre un incubo che sembrava chiuso nel 2017, quando fu scagionato.
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Tempi e procedure dell’analisi
Il test del DNA, di per sé, è un esame rapido, ma le tempistiche della giustizia ne rallentano l’esito. A occuparsi dell’analisi saranno probabilmente i carabinieri del Ris e non la sezione investigazioni scientifiche di Milano. Prima di ottenere i risultati, la Procura di Pavia dovrà notificare l’indagine all’indagato e, con ogni probabilità, anche alla famiglia della vittima, che potrà nominare consulenti di parte per la comparazione genetica. Per questo, è difficile che si possa avere una risposta prima di aprile.
Anche in caso di corrispondenza tra il DNA di Sempio e quello rilevato sul corpo di Chiara Poggi, la sola prova genetica potrebbe non essere sufficiente per aprire un nuovo procedimento a suo carico. Già otto anni fa, infatti, il 37enne era stato indagato e poi archiviato. Su questo interviene anche Roberta Bruzzone, esperta criminologa.
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