L’Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) ha avviato alcune verifiche sulla rata delle pensioni del corrente mese di maggio. Qualcuno potrebbe essere chiamato a restituire i soldi percepiti. L’obiettivo dell’Inps, infatti, è fissare il recupero di eventuali indebiti a partire dal prossimo mese di agosto. (Continua…)
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Pensioni, scattano i controlli sulla rata del mese di maggio
Scattano i controlli da parte dell’Inps sulla rata delle pensioni del mese di maggio. Lobiettivo dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale è quello di recuperare eventuale indebiti a partire dal prossimo mese di agosto. Le verifiche stanno avvenendo incrociando i dati dell’agenzia delle entrate, oltre ad altre informazioni tra cui i redditi di pensione presenti nel casellario centrale dei pensionati. La verifica, come fa sapere Inps, tiene conto anche della novità della sentenza 162/2022 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo l’art. 1, comma 41, della legge 335/1995, nella parte in cui, nell’ipotesi di cumulo della pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi del beneficiario, non prevede che la decurtazione effettiva della pensione non possa essere fatta in misura superiore alla concorrenza degli stessi redditi. (Continua…)
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Si devono restituire i soldi?
Come abbiamo detto, l’obiettivo dell’Inps è quello di recuperare eventuali indebiti. È per questo che alcuni pensionati potrebbero restituire i soldi percepiti. Nel caso in cui, infatti, la pensione sia stata corrisposta in misura superiore a quella spettante, il recupero dell’indebito sarà impostato a partire della rata di pensione del mese di agosto 2023. Una brutta notizia per alcuni pensionati che già si stava crogiolando per il ricco assegno corrisposto dall’Inps. (Continua…)
Chi deve (eventualmente) restituire i soldi
Ricordiamo che Inps ha avviato le verifiche solo sulle posizioni dei pensionati ai superstiti, appartenenti dunque al regime pubblico, relativa all’anno 2020. Il recupero di eventuali pagamenti superflui avviene attraverso trattenute di un quinto dell’importo complessivo della pensione, comprensiva d’indennità integrativa speciale, al netto dell’Irpef e in un massimo di 60 rate. Esso dunque avverrà con emissioni di avviso di pagamento pagoPa, con trattenuta su pensione della gestione privata, oppure convocando direttamente il pensionato.