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Pierina Paganelli, nuove intercettazioni su Valeria: cosa emerge

Louis Dassilva è detenuto da mesi con l’accusa di omicidio aggravato. La testimonianza della moglie, Valeria Bartolucci, su cui si basava gran parte della difesa, comincia a vacillare. E lo fa non per un’aggressione esterna, ma per parole uscite dalla bocca della stessa donna che avrebbe dovuto proteggerlo. L’intercettazione non è l’unico elemento nuovo. Al Tribunale del Riesame sono stati consegnati anche dati telematici, tracciamenti di passi e testimonianze incrociate. Tutti pezzi di un puzzle che gli inquirenti stanno cercando di comporre per ricostruire i momenti precedenti e successivi all’omicidio di Pierina Paganelli. Quali sono le parole di Valeria che ora mettono in dubbio l’alibi di Dassilva? (Continua dopo le foto)

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La testimonianza di Manuela Bianchi

Le dichiarazioni della Bartolucci e della Bianchi sono ora sotto la lente. Entrambe ruotano intorno a una figura che i magistrati ritengono centrale: Louis Dassilva. Uno degli snodi chiave riguarda le dichiarazioni di Manuela Bianchi, ex amante dell’indagato e nuora della vittima. La donna ha raccontato di essere scesa nei sotterranei su richiesta di Dassilva, che l’avrebbe avvertita della presenza del cadavere, invitandola a dire di essere stata lei a chiamarlo giù dal terzo piano. Ma i passi registrati dal cellulare della Bianchi raccontano un’altra verità: solo 90 passi compiuti, troppi pochi per arrivare al terzo piano, avvisare Dassilva e poi tornare giù. Per gli investigatori, ne sarebbero serviti almeno il doppio. (Continua dopo le foto)

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L’alibi di Dassilva non regge?

Grazie alla nuova intercettazione su Valeria Bartolucci, ora la procura parla di “assoluta incertezza” e di una versione dei fatti “logicamente incoerente”. Per i giudici, ciò ha costituito uno degli elementi fondamentali per la conferma della misura cautelare in carcere. Un’indagine che si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli, ma che mantiene ancora una sola certezza: il mistero su cosa sia realmente accaduto nel sottoscala di via del Ciclamino. Con l’intercettazione resa pubblica, la posizione della difesa si complica. La procura insiste nel sostenere che l’alibi di Dassilva sia una costruzione fragile, messa in piedi con il solo scopo di coprire una responsabilità già chiara. La squadra mobile continua a scavare: incrocia orari, ricostruisce movimenti, cerca conferme oggettive per incastrare chi ha ucciso brutalmente Pierina Paganelli.

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