
Pierina Paganelli, perché per il gip Manuela è credibile e Dassilva resta in carcere – Resterà in carcere Louis Dassilva, il 34enne accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, la donna di 78 anni trovata accoltellata a Rimini lo scorso ottobre. Il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa, ritenendo l’uomo “verosimilmente” responsabile del delitto. Il movente? Il timore che l’anziana potesse assumere un investigatore privato per svelare la relazione extraconiugale che Dassilva aveva intrecciato con la nuora della vittima, Manuela Bianchi. (continua a leggere dopo le foto)
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Pierina Paganelli, perché per il gip Manuela è credibile e Dassilva resta in carcere
Proprio il racconto della donna, indagata per favoreggiamento, è stato centrale nella decisione del giudice. Dalle carte emerge un quadro complesso: Manuela era legata sentimentalmente a Dassilva e il matrimonio con Giuliano Saponi, figlio della vittima, era da tempo in crisi. La donna ha dichiarato di aver incontrato Dassilva la mattina del 4 ottobre, giorno del ritrovamento del cadavere, e che fu proprio lui a informarla della morte della suocera, consigliandole cosa fare e chi chiamare. Una versione considerata “credibile e coerente” dal gip, anche grazie a riscontri oggettivi come le registrazioni audio nei pressi del garage e le testimonianze di vicini. (continua a leggere dopo le foto)

Pierina Paganelli, perché Dassilva resta in carcere
La dinamica raccontata da Manuela è confermata anche da una testimone che, uscita in moto quella mattina, avrebbe sentito una voce maschile nella zona del garage. Le analisi tecniche sul cellulare di Dassilva mostrano che l’uomo non stava utilizzando il telefono in quel lasso di tempo: le attività rilevate sono state definite “di sistema”, quindi non compatibili con un uso manuale. Al contrario, il cellulare di Manuela dimostra che in quei minuti lei si trovava nel suo appartamento, e non nel luogo del delitto.
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