Un piccolo corpo segnato dalla droga
La bimba viene subito trasportata all’Ospedale Maggiore di Novara per accertamenti. I medici, di fronte allo stato di trascuratezza e fragilità, decidono di sottoporla a esami tossicologici. Il risultato lascia senza parole: la piccola è positiva alla cocaina. La situazione è talmente grave che le autorità intervengono con tempestività. La Procura di Novara denuncia entrambi i genitori e la donna che teneva la bambina per maltrattamenti in famiglia. Allo stesso tempo, viene attivata la Procura per i Minorenni di Torino, che richiede un provvedimento d’urgenza e apre la procedura di adottabilità per garantire un futuro degno di questo nome alla bambina.


Il lieto fine: un messaggio che vale più di mille condanne
Oggi, la piccola si trova in una struttura protetta, al sicuro, lontana da chi avrebbe dovuto amarla. Ma non è sola. Le immagini che arrivano da Novara raccontano una nuova famiglia in divisa, quella degli agenti che l’hanno salvata. In una delle foto, si vedono le agenti di polizia giocare con lei, farla ridere, tenerla in braccio. E poi c’è quel bigliettino, lasciato accanto alla bimba, come un testamento morale che custodisce un augurio sincero: «Con la speranza di averti assicurato un futuro migliore, ti auguriamo che tu possa crescere serena e felice! I tuoi amici poliziotti Stefano, Chiara, Fabio, Marco, Gennaro e Chiara». È difficile trovare parole che non siano rabbia o tristezza davanti a storie come questa. Ma è altrettanto importante raccontarle fino in fondo, perché non siano solo cronaca nera, ma testimonianza di un Paese che non si arrende al silenzio, che sceglie di vedere e intervenire, anche quando tutto sembra perduto.