
Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina subisce un brusco colpo di scena: un pronunciamento della Corte dei conti mette in pausa l’intera procedura, lasciando in sospeso tempi, costi e futuri sviluppi dell’opera. Ma quali criticità hanno spinto l’organo di controllo a intervenire? Scopriamo tutti i dettagli e le implicazioni per il governo e per l’Italia.
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La Corte dei conti blocca la delibera del Cipess
La Corte dei conti ha espresso un parere negativo sulla delibera del Cipess che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo all’opera, imponendo al governo Meloni di fornire chiarimenti entro 20 giorni. I magistrati contabili hanno sottolineato l’assenza del parere fondamentale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, elemento imprescindibile per la validità dell’iter.
Inoltre, mancano riscontri alle richieste del Ministero dell’Ambiente sulle procedure Via-Vas (Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione Ambientale Strategica), già sollecitate anche dalla Commissione Europea.
I costi sotto la lente
Tra le criticità evidenziate, grande attenzione è stata riservata alla quantificazione dei costi dell’opera. La Corte ha chiesto spiegazioni sui criteri utilizzati per stimare spese di progettazione, sicurezza e prescrizioni del Comitato scientifico.
Emergono difformità tra le cifre calcolate dalla società di revisione Kpmg (10,48 miliardi di euro) e quelle indicate dal Cipess (10,50 miliardi). Ogni passaggio relativo all’asseverazione dei costi dovrà essere chiarito, pena il rischio di danno erariale se i lavori dovessero partire senza regolarità.
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