
Un messaggio innocuo, quasi banale: «Posso parlarti un attimo?». È questa la frase che negli ultimi mesi sta diventando il biglietto da visita di una delle truffe più diffuse su WhatsApp. Il dettaglio che accomuna tutte le segnalazioni è il prefisso del mittente: +91, quello dell’India. Dietro quel contatto apparentemente casuale non c’è un amico lontano né un errore di numero, ma un’organizzazione criminale ben strutturata, capace di trasformare un semplice “ciao” in un pericoloso meccanismo di frode.
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Come funziona il raggiro
Il copione è rodato e segue sempre le stesse mosse. Il primo messaggio è educato, scritto in un italiano quasi corretto, ma con piccole imperfezioni che passano inosservate a chi non fa troppa attenzione. Dopo il saluto, arriva l’invito a una collaborazione di lavoro da casa, solitamente presentata come un’attività di marketing su YouTube o altre piattaforme digitali.
All’inizio il compito sembra semplice: mettere un “mi piace” a un video, iscriversi a un canale, lasciare un commento. In cambio, al malcapitato vengono inviati pochi euro, giusto per dimostrare che l’offerta è “seria”. È la prima trappola: far credere alla vittima che l’affare sia reale e che i guadagni siano facili e veloci. Ma poco dopo, la proposta cambia: per guadagnare di più bisogna investire denaro, con promesse di ritorni sicuri e moltiplicati. È proprio lì che il tranello si chiude: chi accetta perde quanto versato, senza alcuna possibilità di recupero.

Dal falso lavoro alla truffa sentimentale
Gli esperti di sicurezza informatica avvertono: la strategia dei truffatori non si limita al denaro. In molti casi, il contatto prende una piega diversa e diventa un’operazione di adescamento. Si costruisce un dialogo più personale, fatto di confidenze, complimenti e attenzioni. Con il tempo, il rapporto può trasformarsi in una truffa sentimentale, in cui l’interlocutore inventa emergenze improvvise per chiedere soldi, oppure spinge la vittima a condividere materiale privato, che poi diventa arma di ricatto.
La Polizia postale conferma che dietro i numeri con prefisso +91 si nascondono vere e proprie reti internazionali capaci di gestire migliaia di conversazioni contemporaneamente. Uno degli indizi rivelatori è il tentativo di spostare la chat da WhatsApp a Telegram, un ambiente molto meno controllato e più difficile da monitorare dalle autorità.
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