
Le tensioni internazionali legate al conflitto in Ucraina raggiungono nuovi livelli di criticità. Il recente annuncio del ministro degli Esteri polacco ha scosso la comunità internazionale. Su Putin grava infatti un mandato di arresto della Corte penale internazionale, e Varsavia si è detta pronta a far rispettare la legge internazionale anche con azioni drastiche.
Leggi anche: “Hanno chiuso l’autostrada”. Incidente stradale mortale, schianto devastante

Putin, l’annuncio choc del ministro degli Esteri polacco
“Non escludiamo l’atterraggio forzato e l’arresto di Vladimir Putin” qualora il presidente russo volasse sullo spazio aereo polacco per recarsi a Budapest, dove è in fase di organizzazione un possibile incontro con il presidente americano Donald Trump. Queste le parole del ministro degli Esteri polacco.
La linea dura adottata dalla Polonia rappresenta un segnale forte per tutto il blocco europeo. Varsavia, tradizionalmente uno dei principali sostenitori dell’Ucraina, ha più volte invocato l’applicazione delle norme internazionali per contrastare l’azione russa e arginare il rischio di escalation nella regione. Il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Putin è un elemento che complica ulteriormente il quadro, ponendo i Paesi europei di fronte a scelte delicate tra la tutela della sovranità nazionale e il rispetto del diritto internazionale.

La reazione del Cremlino
La reazione russa non si è fatta attendere. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito “prematuro” qualsiasi commento circa il coinvolgimento di Paesi dell’Unione Europea nel summit russo-americano, sottolineando che i dettagli delle trattative per un incontro tra Trump e Putin restano ancora da definire. Mosca accusa l’Europa di non essere realmente interessata alla pace, ma di sostenere Kiev nella prosecuzione del conflitto, acuendo la frattura diplomatica con l’Occidente.
Intanto, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha ribadito l’opposizione a un cessate il fuoco immediato in Ucraina. Secondo Lavrov, fermare ora le ostilità significherebbe ignorare le “cause profonde del conflitto” e tradire gli accordi discussi con Trump nell’ultimo vertice in Alaska. “Una tregua immediata non garantirebbe una pace duratura e sostenibile”, ha dichiarato Lavrov, sottolineando che anche l’ex presidente americano condivide questa posizione.
Di contro, l’Europa e l’Ucraina si sono schierate in maniera compatta. In una dichiarazione congiunta, i leader europei – tra cui la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni – hanno riaffermato il sostegno a Kiev e la necessità di rispettare i confini internazionali. Il presidente francese Emmanuel Macron ha precisato che eventuali concessioni territoriali potranno essere valutate “solo da Zelensky”, respingendo qualsiasi imposizione esterna.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva