Incidenti recenti: quando la posizione ha fatto la differenza
L’episodio più clamoroso è quello del volo Air India 171 del 12 giugno 2025. L’unico sopravvissuto, Ramesh Vishwaskumar, sedeva nel posto 11A, vicino a un’uscita d’emergenza. «Ha aperto la porta spezzata ed è uscito», hanno raccontato i soccorritori. La sua prontezza, unita alla posizione favorevole, gli ha salvato la vita.
Altri casi recenti confermano il trend. Nell’incidente dell’Azerbaijan Airlines 8243 (dicembre 2024), dei 29 sopravvissuti su 67, la maggior parte era seduta in fondo all’aereo. Nel Jeju Air 2216, in Corea del Sud, si salvano solo due membri dell’equipaggio, entrambi nei jump seat di coda. Nell’Hop‑A‑Jet 823, in Florida, a febbraio 2024, uno dei sopravvissuti era un assistente di volo nella zona posteriore, che ha aiutato l’evacuazione. Questi esempi dimostrano che la parte posteriore dell’aereo offre, in certi scenari, un vantaggio concreto.
Leggi anche: Papa Leone, il gesto con cui prende le distanze da Bergoglio

Sicurezza reale: tecnologia, comportamento e formazione
Nonostante i dati, è fondamentale ricordare che oltre il 95% degli incidenti aerei non è fatale (fonte: NTSB). Gli aerei moderni sono progettati secondo rigidissimi standard di sicurezza, ogni sedile è testato per resistere a impatti estremi e il personale di bordo è formato per gestire ogni emergenza. Quindi, sebbene scegliere il posto giusto possa offrire un piccolo margine in più, la vera differenza la fa il comportamento del passeggero. È bene quindi ascoltare il briefing di sicurezza, tenere sempre la cintura allacciata, memorizzare la posizione delle uscite, mantenere la calma e agire con prontezza, riporta Leggo. Volare resta una delle attività più sicure al mondo. Ma sapere dove sedersi, e come reagire, può rendere ancora più probabile uscire indenni anche dal peggiore degli scenari.