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Quarta dose, l’avvertimento di Massimo Galli: “Necessaria per alcuni soggetti”

Massimo Galli ha partecipato come ospite di Mara Venier all’ultima puntata di “Domenica In”, in onda ieri, domenica 24 aprile, su Rai 1. L’infettivologo ha fatto il punto sulla pandemia in Italia e ha raccomandato la quarta dose ad alcuni soggetti. Poi il medico ha parlato di un problema di salute che lo ha colpito tre anni fa e per il quale ha rischiato la vita.

Massimo Galli, i contagi da coronavirus oggi

“Ci sono tanti contagi perché il virus evolve. Omicron e Omicron 2 sono frutto di una rapida evoluzione – ha detto Galli a “Domenica In”-. Il nostro vaccino, impostato sul virus di Wuhan protegge ancora decentemente dalla malattia grave ma non nei confronti dell’infezione, nemmeno con le tre dosi. Ma chi fa le tre dosi ci si infetta comunque di meno”, ha precisato l’esperto di malattia infettive. Il professor Galli ribadisce l’importanza del vaccino attraverso una semplice metafora. “Se piove molto forte l’ombrello non basta, ma senza l’ombrello che ti succede?”

Mara Venier ha poi chiesto al medico se si aspettasse tutto questo prima dell’arrivo del Covid. “Un mese prima sostenevo che eravamo impreparati, ero parte di un gruppo che era considerato fuori di testa. A noi toccava il ruolo di pessimisti della ragione. Abbiamo pagato prezzi pesanti, anche oggi abbiamo qualche serio problema da gestire. Siamo impopolari perché diciamo la verità”, ha sottolineato. Poi ha spiegato chi, a suo parere, dovrebbe sottoporsi alla quarta dose. “Gli ultraottantenni e le persone con problemi di risposta immunitaria dovrebbero fare la quarta dose. Per il vaccino non vale ‘l’uno vale uno’ ma la risposta è diversa da persona a persona, soprattutto persone con una certa età o che hanno problemi. Talvolta nelle persone con problemi proprio non vi è proprio risposta”.

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Massimo Galli, il racconto della malattia

Il professore ha poi raccontato di un evento che lo ha colpito molto e per il quale ha rischiato grosso. Galli si ammalò nel 2019. “Avevo avuto un embolia polmonare a fine novembre, sono andato in giro per 10 giorni. Ho rischiato molto”. Ora il medico è pronto ad andare in pensione. “Ho chiuso la mia carriera in un momento che avrei preferito più tranquillo. Largo ai giovani”.

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