
Un’intera comunità sconvolta, una famiglia distrutta e un uomo che, dopo essersi trasformato in carnefice, ha compiuto un gesto che lascia senza parole. La tragedia di Paupisi, in provincia di Benevento, non è soltanto una storia di follia e sangue, ma anche di dettagli sconcertanti che emergono giorno dopo giorno. Al centro c’è Salvatore Ocone, l’uomo che ha ucciso la moglie Elisa Polcino e il figlio Cosimo di 15 anni, ferendo gravemente la figlia sedicenne, ora in coma farmacologico. Ma quello che ha fatto subito dopo la strage sembra ancora più assurdo.
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Il gesto inspiegabile dopo il massacro
Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Giovanni Santoro, subito dopo l’omicidio Ocone non è fuggito e basta. Prima di tentare la sua corsa verso il Molise, avrebbe fatto visita a una chiesa vicino casa. Una scelta che getta ombre ancora più inquietanti sul suo stato d’animo. In quel luogo sacro, in località Pagani, sono state ritrovate tracce di sangue: segno che, dopo aver colpito la moglie alla testa con un oggetto contundente e aver lasciato il figlio senza vita, l’uomo abbia sentito il bisogno di fermarsi davanti a un altare. Una scena che lascia sgomenti, soprattutto considerando che nello stesso momento i corpi dei suoi figli giacevano nell’auto, uno morto e l’altro agonizzante.
La fede e la devozione alla Madonna
Il legale ha spiegato che Ocone si definisce un uomo di fede, devoto a una Madonna venerata proprio in quella chiesa. Un profilo di religiosità che stride con la violenza inaudita compiuta solo poco prima. «Si affida molto alla misticità – ha raccontato l’avvocato – perché è particolarmente devoto alla Madonna del posto». Un dettaglio che apre scenari di difficile comprensione: un uomo in preda alla furia, e subito dopo immerso in una sorta di ricerca spirituale, quasi come se cercasse conforto o giustificazione a ciò che aveva appena fatto.
Le condizioni della figlia e il dolore del fratello maggiore
Mentre la comunità di Paupisi attende i funerali congiunti di Elisa e del figlio Cosimo, la sedicenne sopravvissuta lotta tra la vita e la morte in un ospedale. È in coma farmacologico, sorvegliata costantemente dai medici e dal fratello maggiore Mario, che non si è mai allontanato dal suo fianco. È lui, oggi, a rappresentare ciò che resta della famiglia, ed è sempre lui ad aver chiesto che i funerali di madre e fratello vengano celebrati insieme. Il sindaco di Paupisi, Salvatore Coletta, ha già disposto il lutto cittadino.
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