Ad un mese esatto dalla morte di Sharon Verzeni è stato arrestato il suo assassino. Si tratta di Moussa Sangare, killer reo confesso che quella notte ha ucciso la barista 33enne senza un motivo e poi è scappato via in bicicletta. Nato a Milano da una famiglia di origine africana, il giovane, di nazionalità italiana, era residente a Suisio, un paese della Bergamasca, distante appena cinque chilometri da Terno d’Isola. Quella notte girava con 4 coltelli e agli inquirenti ha raccontato: “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa“. Davanti al suo assassino, anche Sharon ha parlato.
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La confessione
“Ho visto questa ragazza che camminava guardando le stelle e ascoltando la musica e dentro di me ho sentito un “feeling“”. Moussa Sangare, il trentenne fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, per l’omicidio di Sharon Verzeni, ha raccontato nei dettagli le fasi dell’aggressione alla ragazza, sua coetanea, scelta “a caso“, perché dentro di sé ha sentito un “feeling”, una “sensazione“. Secondo quanto si apprende, l’uomo era uscito di casa con l’intento di colpire chiunque si trovasse sulla sua strada. Prima di incrociare Sharon aveva minacciato due ragazzini.
Attualmente si trova in cella da solo ed è sotto stretta vigilanza. La polizia, infatti, teme che, dopo essere stato scoperto, possa commettere gesti insani. Sangare è seguito anche dai psicologi dell’istituto penitenziario. Sangare dovrà restare nel carcere di Bergamo almeno fino alla fissazione dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip. Intanto emergono nuovi particolari inquietanti e le ultime parole di Sharon pronunciate guardando il suo assassino.
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