
Silvia Salis, la rivelazione del marito Fausto spiazza gli italiani: cosa succede in famiglia – «Sono orgogliosa di avere un marito che non solo mi sostiene, ma che ha anche le competenze per aiutarmi». Parla con emozione Silvia Salis, la neo sindaca di Genova, e si illumina quando nomina suo marito, il regista Fausto Brizzi, che non ha mai smesso di starle accanto durante i tre intensi mesi di campagna elettorale. Un percorso faticoso, fatto di incontri, confronti, viaggi e qualche notte insonne. Ma sempre condiviso, in piena armonia.
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Silvia Salis, la rivelazione del marito Fausto spiazza gli italiani: cosa succede in famiglia
E a quanto pare, la stima è reciproca. Brizzi la guarda e sorride, con quell’ironia romana che non lo abbandona mai, ma anche con una punta di ammirazione autentica: «Mia moglie potrebbe rubarmi il mestiere in cinque minuti. Ha la capacità di imparare qualsiasi cosa alla velocità della luce. È una madre instancabile. Non so dove trovi le energie, ma ci sarà un motivo se lei ha fatto le Olimpiadi e io no», ha detto a Repubblica, con quella naturalezza da uomo che sa stare un passo indietro e sa quanto sia rivoluzionario, oggi, farlo senza complessi.

Da Roma a Genova: traslochi, adattamenti e un figlio con il cognome della madre
Silvia Salis e Fausto Brizzi vivono da anni a Roma, ma con l’elezione a sindaca di lei, il baricentro familiare si sposta a nord. Il trasloco è imminente, e con lui anche una riorganizzazione degli equilibri domestici.
«La nostra vita è sempre stata complessa, divisa tra le città in cui ci portano i nostri lavori», racconta Brizzi. Ma ora si cambia registro. «Silvia sarà pure più sedentaria, io venderò la mia casa di Roma, farò più smart working e il papà di Eugenio». Insomma, più che un cambio di residenza, si tratta di una nuova fase di vita, dove le priorità si spostano, ma l’amore – e l’ironia – restano saldi. Ed è qui che Brizzi sfodera il suo orgoglio: «A casa nostra vige già un matriarcato puro». Il sorriso si fa largo, ma la sostanza è chiara. Il loro figlio Eugenio porta il cognome della madre, e questo basta a raccontare un intero universo valoriale. E non è finita: «Quando andiamo a una prima teatrale o cinematografica capita di ritrovarmi indicato sul pass come ‘Fausto Salis’», scherza il regista. Un dettaglio? Forse. Ma è nei dettagli che si misura la coerenza tra parole e scelte.
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