
Le proteste di piazza degli ultimi giorni hanno riacceso il dibattito politico in Italia, ma secondo le analisi più recenti il loro effetto sui sondaggi appare limitato. A confermare questa tendenza è Renato Mannheimer, uno dei principali sondaggisti italiani, intervenuto durante la trasmissione televisiva L’Aria Che Tira su La7. L’esperto ha sottolineato: «Non credo che le proteste di piazza saranno un buon strumento elettorale, né che i partiti di opposizione ne trarranno grandi benefici». Cosa emerge dai sondaggi?
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L’impatto delle proteste sulla situazione politica attuale
Questa valutazione trova riscontro nei dati raccolti da numerosi istituti di ricerca. I più recenti sondaggi politici mostrano infatti che il consenso si sta spostando verso i partiti di governo. In particolare, Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, continua a crescere nei consensi: secondo SWG il partito raggiunge il 30,2%, mentre Youtrend lo posiziona al 30%. Questi numeri risultano superiori rispetto alle percentuali ottenute sia alle elezioni europee che alle politiche del 2022.
Non solo Fratelli d’Italia, ma anche gli altri alleati di governo registrano risultati stabili e in alcuni casi in crescita. La Lega di Matteo Salvini si attesta tra l’8,6% e il 9%, mentre Forza Italia, dopo la tornata elettorale europea, si consolida intorno all’8%. Questi dati confermano una solida presenza delle forze di centrodestra nell’elettorato, soprattutto tra le fasce moderate e anziane della popolazione.

Il centrosinistra non convince
Nel frattempo, la situazione appare più complessa per i partiti di opposizione. Il Partito Democratico rimane la principale forza alternativa al governo, ma mostra segnali di lieve calo: dal 24% raggiunto alle Europee, oggi si posiziona al 21,8%. Una tendenza che mette in difficoltà la leadership di Elly Schlein, ancora in cerca di un consolidamento stabile del suo elettorato.
Significativo anche il risultato di Pier Luigi Bersani, che, pur non occupando ruoli di vertice nei principali partiti, raccoglie il 17,4% delle preferenze tra l’elettorato di sinistra. Questo dato sottolinea la persistente difficoltà del centrosinistra a individuare una leadership unitaria e condivisa, capace di catalizzare consenso in modo trasversale.
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