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Sondaggi, chi sarebbe premier se si votasse oggi: i numeri parlano chiaro

Se si votasse oggi, i numeri parlerebbero chiaro. Il nuovo sondaggio Bidimedia mostra uno scenario politico che, pur restando stabile nei suoi equilibri principali, rivela tendenze interessanti e qualche colpo di scena. Da un lato il centrodestra, saldo al comando grazie a Fratelli d’Italia; dall’altro il centrosinistra, ancora alla ricerca di un’identità comune ma con una sorpresa nel nome più apprezzato come potenziale premier. I numeri non mentono, e raccontano un’Italia che continua a premiare Giorgia Meloni, ma che guarda anche con curiosità a nuove figure nel panorama progressista.

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Fratelli d’Italia resta imbattuto, ma il Pd non molla

Fratelli d’Italia si conferma il primo partito del Paese, con il 29,5% delle preferenze. Una crescita di due decimi in una sola settimana che riporta il partito di Giorgia Meloni a un passo dal traguardo simbolico del 30%. Una soglia che, secondo Bidimedia, FdI ha ormai stabilmente raggiunto o addirittura superato in alcune rilevazioni parallele.

Il Partito Democratico resta l’unico in grado di reggere il confronto, anche se con fatica: al 22,2%, in leggero calo dello 0,2% rispetto alla settimana precedente. La distanza con FdI resta ampia, ma il Pd si conferma la seconda forza politica del Paese.

M5s e Alleanza Verdi-Sinistra in ripresa

Il Movimento 5 Stelle mostra segnali di vitalità e risale al 12,5%, recuperando due decimi. Anche Alleanza Verdi-Sinistra migliora, toccando il 6,9% e confermandosi come punto di riferimento per l’elettorato più radicale e ambientalista. Entrambi, però, restano lontani dai vertici e dalla capacità di trainare un blocco alternativo al centrodestra.

Nel campo progressista più ampio, Casa Riformista, il nuovo progetto politico di Matteo Renzi con Italia Viva, raccoglie il 2,3%, in calo di due decimi. Seguono +Europa all’1,1% e Azione al 2,8%, entrambi in lieve flessione. I micro-partiti, come Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Democrazia Sovrana e Popolare, restano tutti sotto l’1%, confermando la difficoltà di emergere nel panorama frammentato della sinistra italiana.

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