
Il mese di giugno è stato dominato da scenari geopolitici in continua evoluzione. Il conflitto tra Israele e Iran ha scosso la diplomazia globale, coinvolgendo anche gli Stati Uniti e aumentando il livello di allerta internazionale. A questo si sono aggiunti due appuntamenti chiave per l’equilibrio mondiale: il G7 in Canada, abbandonato anzitempo da Donald Trump, e il summit della NATO, che ha riaffermato la centralità delle alleanze occidentali.
L’Italia, pur restando ai margini del formato E3 (Francia, Germania e Regno Unito), ha comunque mantenuto una presenza visibile nel panorama internazionale, anche se le sue dinamiche interne si sono dimostrate tutt’altro che coese.
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Referendum flop e crisi di partecipazione
Sul fronte interno, il referendum di giugno si è trasformato in un’occasione mancata. L’affluenza è stata molto bassa, generando amarezza soprattutto tra le fila del Partito Democratico, che si attendeva un segnale forte dal voto popolare.
La questione del terzo mandato per i presidenti di regione, uno dei temi più dibattuti, non ha portato a nessuna svolta, rimanendo congelata nel dibattito parlamentare. Intanto, problemi strutturali come la denatalità e la costante emigrazione dei giovani laureati continuano a rappresentare un nervo scoperto per il Paese, senza risposte efficaci all’orizzonte.
Il boom nei sondaggi per il governo Meloni
Nonostante il quadro complesso e le molteplici criticità, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sembra rafforzarsi. I sondaggi di giugno mostrano un netto aumento nei consensi: Fratelli d’Italia raggiunge il 28,2%, segnando il suo picco massimo dell’anno. Anche Lega e Forza Italia avanzano, con un incremento complessivo del 2,5% rispetto al mese precedente, segno che la coalizione di governo riesce a capitalizzare un senso di stabilità percepita da parte dell’elettorato.
Questo fenomeno appare ancor più rilevante se si considera il contesto internazionale instabile, dove le crisi sembrano rafforzare l’attuale leadership, in una dinamica ben nota nei momenti di tensione: il cosiddetto “effetto rally ’round the flag”.
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