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Sondaggi politici, chi va meglio e chi trema invece: i numeri parlano chiaro

Sondaggi politici, chi va meglio e chi trema invece: i numeri parlano chiaro – A pochi giorni dal voto in Puglia, Campania e Veneto, l’atmosfera nei partiti è quella delle grandi attese. Le prossime Regionali potrebbero ridisegnare assetti e leadership locali, ma è soprattutto il clima nazionale a catturare l’attenzione degli analisti. L’ultimo rilevamento della Supermedia AGI/YouTrend fotografa infatti un’Italia che, pur non vivendo scossoni eclatanti, sta registrando un lento ma significativo mutamento degli equilibri interni alle coalizioni. Un sondaggio che sta facendo discutere, perché dietro le cifre si intravede un trend ormai consolidato.

Fratelli d’Italia si conferma locomotiva del centrodestra

Nel centrodestra il protagonista resta uno e uno soltanto: Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni è l’unico della coalizione a mostrare una crescita concreta, registrando un incremento di mezzo punto e attestandosi al 30,4%, oltre il punto simbolico che separa un grande partito dalla soglia psicologica della stabilità. Un dato che racconta una storia semplice: negli ultimi tre anni, FdI ha costruito un consenso solido che non accenna a scalfirsi. Se non fosse per questo traino costante, il centrodestra sarebbe sostanzialmente fermo. La Meloni, insomma, resta il motore di una coalizione che continua a beneficiare del suo appeal. Alle sue spalle, invece, Lega e Forza Italia rimangono quasi immobili: l’una all’8,2%, l’altra al 9,1%. Due partiti che non perdono terreno ma che, allo stesso tempo, non riescono a contribuire realmente alla crescita del blocco. Una fotografia impietosa: l’alleanza è in salute, ma il merito è quasi esclusivamente della premier.

Il centrosinistra tenta di risalire, mentre il M5S arretra

Dall’altra parte della barricata, il quadro è più sfumato. Il Partito Democratico registra un lieve passo avanti (+0,2%) e si porta al 21,7%. Una buona notizia, certo, ma che non basta a colmare la distanza siderale da FdI. Nonostante l’impegno sulle Regionali e la battaglia sulla legge di bilancio, i dem restano ancorati più o meno agli stessi numeri da mesi, incapaci finora di mettere in discussione l’egemonia della maggioranza.

A perdere terreno è il Movimento 5 Stelle, che scivola al 12,4% (-0,2%). Non un crollo, ma un segnale chiaro: la strategia di Giuseppe Conte fatica a intercettare nuovi consensi, soprattutto ora che il dibattito pubblico si concentra su temi economici e sulla manovra. In controtendenza, invece, Alleanza Verdi–Sinistra, che guadagna uno 0,1% e arriva al 6,4%. Un segnale da non sottovalutare per chi sogna un fronte progressista più coeso. Nel centro liberale, la situazione è più articolata: Azione scende al 3,3%, Italia Viva sale al 2,6%, mentre +Europa cala all’1,6% e Noi Moderati sale all’1,2%. Numeri piccoli, ma potenzialmente decisivi se si guarda alla costruzione di eventuali alleanze future.

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