
L’ultima tornata di sondaggi ridisegna il panorama politico italiano come un mosaico in perenne mutamento. I nuovi numeri rivelano spostamenti poco rumorosi, ma con effetti potenzialmente significativi sulle strategie dei partiti. E sotto la superficie, le coalizioni guardano con attenzione ai flussi migratori dei consensi: chi guadagna fiducia, chi la perde — e chi resta in bilico.

Vittorie regionali e nuovo slancio del Centrosinistra
Negli ultimi mesi, il governo Meloni si è trovato a fare i conti con le ultime batoste elettorali: il centrosinistra ha conquistato Puglia e Campania, due regioni storicamente difficili da strappare alla destra. Questi risultati hanno rinvigorito il cosiddetto “campo largo”, e soprattutto Elly Schlein ha mostrato entusiasmo, vantando il successo come segnale di una possibile nuova ondata di consenso per il Partito Democratico. Ma la domanda che aleggia è cruciale: è davvero così?
La nuova propulsione del PD ha fornito a Schlein il terreno per proporre un incontro faccia a faccia con Giorgia Meloni. Da qui è scaturito un botta e risposta al veleno: la Premier ha provocatoriamente voluto inserire anche Giuseppe Conte, sostenendo che l’opposizione non abbia ancora scelto un leader e denunciandone la confusione. Meloni ha inoltre sminuito le vittorie regionali, sottolineando che siano state possibili solo grazie alla coalizione di centrosinistra.

Leggo che Elly Schlein avrebbe finalmente accettato l'invito di Fratelli d'Italia a partecipare ad #Atreju, ma solo in caso di un confronto diretto con me.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 27, 2025
Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, anche con chi la pensa diversamente.
Sono quindi pronta a confrontarmi… pic.twitter.com/O9fUKCO9fQ
Il dibattito tra leader
L’incontro tra le due leader ha acceso i riflettori su un confronto politico che va oltre le urne locali. Da una parte, Schlein mostra ottimismo e spirito di iniziativa; dall’altra, Meloni ribadisce la forza della coalizione di governo e il rischio di sopravvalutare i successi regionali. Il confronto ha messo in luce un nervo scoperto del centrosinistra: la mancanza di un leader unico e riconosciuto a livello nazionale. Ma quale scenario emerge dai numeri?
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