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Sondaggi politici, questa volta i risultati lasciano tutti a bocca aperta

Centristi senza spinta, M5S piatto

Nel centro moderato la situazione è tutt’altro che entusiasmante. Italia Viva continua a calare, ferma al 2,1% (-0,4%), mentre Azione risale leggermente al 3,5% (+0,4%). Nel complesso, l’ex “terzo polo” si conferma stabile al 5,6%, ma appare sempre più come un progetto senza direzione chiara né capacità di attrazione, destinato a restare ai margini del confronto politico. Nessun passo avanti nemmeno per il Movimento 5 Stelleinchiodato al 12,2%. Il partito guidato da Giuseppe Conte mantiene i suoi consensi, ma non riesce a intercettare nuovo elettorato né a imporre la sua agenda nel campo progressista. Una situazione di stallo che rischia di diventare cronica.

Coalizioni: il centrodestra allunga

Guardando al quadro delle coalizioni, il centrodestra continua a dominare, crescendo di due decimali e arrivando al 48,7%. Entrando nel dettaglio:

  • Fratelli d’Italia al 30,3%
  • Forza Italia stabile al 9,1%
  • Lega all’8,3%
  • Noi Moderati all’1%

Una maggioranza salda, che regge bene anche senza particolari exploit da parte dei partiti minori della coalizione. Dall’altra parte, il centrosinistra perde quota, scendendo al 30,5% (-0,6%). Il dato è zavorrato sia dalla discesa del Pd, sia dalle difficoltà di +Europa, ora all’1,6%. L’unico segnale leggermente positivo arriva dall’alleanza Verdi/Sinistra, che cresce al 6,4%, ma resta distante da numeri che possano realmente incidere sugli equilibri nazionali.

Nel complesso, la fotografia del momento premia la stabilità del centrodestra, capace di capitalizzare sulle dinamiche post-europee e di apparire ancora come il polo più coeso e riconoscibile. Sul fronte opposto, il centrosinistra fatica a trovare una narrazione unitaria, diviso tra leadership deboli, alleanze incerte e una crescente disaffezione. I partiti minori, pur registrando un lieve miglioramento (+0,4% nel complesso), non incidono sul bilancio generale. Un segnale, questo, che il sistema politico resta fortemente polarizzato, ma che in assenza di nuovi fattori di rottura potrebbe avviarsi verso una fase di cristallizzazione del consenso.

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