
Il consenso delle opposizioni
Sul versante opposto, il centrosinistra è attestato al 44,9%, sostenuto in particolare dal Partito democratico, che si conferma principale forza di opposizione con un consenso stimato al 21,4%. Più staccato il Movimento 5 Stelle, fermo al 13,5%, mentre l’alleanza elettorale Alleanza Verdi-Sinistra si colloca al 5,4%, mantenendo un ruolo significativo nell’area progressista ma con numeri contenuti rispetto ai due maggiori soggetti di opposizione.
La distribuzione dei consensi tra i partiti di maggioranza e opposizione
Oltre alle principali forze politiche, il sondaggio riportato da Fanpage prende in considerazione anche i partiti di dimensioni più ridotte che compongono o orbitano attorno ai poli tradizionali. Nell’area riconducibile al centrosinistra e al campo liberal-progressista, Italia Viva viene stimata al 2,8%, mentre +Europa si attesta all’1,8%. Si tratta di percentuali che, prese singolarmente, non risultano sufficienti a incidere in modo determinante sui rapporti di forza generali, ma che possono risultare rilevanti in un’ottica di alleanze e coalizioni più ampie.
Tra le formazioni centriste, Azione viene data al 3,3%, superando la soglia di sbarramento prevista per l’accesso alla rappresentanza parlamentare in diversi scenari elettorali. La rilevazione colloca quindi il partito come l’unico, tra i soggetti centristi indipendenti, in grado di superare tale livello. Più indietro risultano il Partito Liberal Democratico, stimato all’1,6%, e Democrazia Sovrana e Popolare, all’1,4%, che al momento rimangono al di sotto di soglie di sbarramento tipicamente considerate nei sistemi elettorali proporzionali.
Il quadro complessivo mostra dunque una polarizzazione ancora forte tra i due principali schieramenti, con il centrodestra in vantaggio ma con un centrosinistra che conserva un bacino elettorale significativo. La distanza tra i due blocchi, pur presente, non appare tale da configurare un margine incolmabile in caso di campagne elettorali particolarmente competitive o di cambiamenti nello scenario politico. Allo stesso tempo, il ruolo dei partiti minori e delle formazioni centriste continua a essere strategico nella definizione di possibili maggioranze alternative.
È importante ricordare che i sondaggi politici rappresentano una fotografia del momento e sono soggetti a margini di errore statistico, oltre che alle oscillazioni dell’opinione pubblica nel medio e lungo periodo. Le percentuali riportate riflettono le intenzioni di voto dichiarate dagli intervistati nel periodo in cui è stata effettuata la rilevazione da parte di Emg Different, e andrebbero quindi lette come indicazioni di tendenza piuttosto che come dati definitivi.

Il referendum sulla giustizia: affluenza stimata e quesito sulla separazione delle carriere
Accanto alle intenzioni di voto per i partiti, il sondaggio analizza anche il clima intorno al prossimo referendum sulla giustizia, previsto per il mese di marzo. La consultazione referendaria ha come oggetto la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, un tema da lungo tempo al centro del dibattito sul sistema giudiziario italiano. Il referendum sarà di tipo confermativo, e pertanto non sarà previsto alcun quorum di partecipazione: il risultato sarà valido indipendentemente dalla percentuale di elettori che si recheranno alle urne.
Secondo le stime riportate, l’affluenza potenziale alla consultazione si collocherebbe intorno al 45%. Si tratta di un dato moderato, ma in linea con altri appuntamenti referendari di carattere tecnico-istituzionale registrati in passato. Questo valore suggerisce una partecipazione non plebiscitaria ma comunque significativa, soprattutto se si considera la natura specifica del quesito e la distanza temporale dalle principali scadenze elettorali politiche.
Tra gli elettori che dichiarano di voler votare, il fronte del Sì alla riforma della giustizia appare al momento prevalente. Il 47,5% degli intervistati intenzionati a recarsi ai seggi si dice favorevole alla modifica che introdurrebbe la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente. Il 28,5% si orienta invece sul No, esprimendo contrarietà al cambiamento proposto. La differenza tra le due opzioni, se confermata il giorno del voto, renderebbe plausibile l’approvazione della riforma oggetto del referendum.
Va sottolineato che il quesito sulla separazione delle carriere tocca aspetti strutturali dell’ordinamento giudiziario e coinvolge direttamente il rapporto tra potere giudiziario e assetto costituzionale. Il dibattito pubblico, nelle settimane che precederanno il voto, è destinato a intensificarsi, con la partecipazione di esperti di diritto, rappresentanti delle istituzioni e forze politiche, chiamati a illustrare ai cittadini le implicazioni della consultazione. In questo contesto, i dati sui sondaggi forniscono una prima indicazione del clima di opinione, ma l’evoluzione della campagna referendaria potrà incidere sensibilmente sulle posizioni degli elettori ancora indecisi.
La lettura dei dati tra equilibri politici e prospettive istituzionali
Il confronto tra le percentuali attribuite ai partiti e le intenzioni di voto sul referendum sulla giustizia mette in luce una dinamica articolata tra orientamento politico generale e posizione sui temi istituzionali. Il vantaggio del centrodestra in termini di consensi complessivi si accompagna a una significativa attenzione dell’elettorato per la riforma della giustizia, mentre il centrosinistra e le altre forze di opposizione si muovono all’interno di uno scenario in cui il tema della magistratura e dell’assetto giudiziario continua a essere oggetto di posizioni differenziate.
Alla luce di queste indicazioni, il sondaggio di Emg Different si configura come uno strumento utile per comprendere lo stato dell’opinione pubblica nel periodo precedente alla consultazione referendaria e all’eventuale apertura di nuove fasi politiche. I dati sulle intenzioni di voto per partiti e coalizioni, insieme alle percentuali relative al referendum sulla giustizia, consentono infatti di individuare linee di tendenza e possibili scenari, pur nel rispetto dei limiti metodologici intrinseci a ogni rilevazione demoscopica.
In sintesi, il quadro attuale restituisce un centrodestra in vantaggio, con Fratelli d’Italia saldamente primo partito, un centrosinistra competitivo ma ancora distanziato, e un insieme di forze minori e centriste che, pur non determinando da sole un ribaltamento degli equilibri, possono giocare un ruolo rilevante nella costruzione di eventuali alleanze future. Sullo sfondo, il voto sul referendum sulla giustizia rappresenta un appuntamento istituzionale di rilievo, destinato a incidere sul dibattito politico e a influenzare, almeno in parte, la percezione degli elettori rispetto alle diverse proposte di riforma del sistema Paese.