
Per oltre vent’anni, una giovane donna statunitense ha vissuto una sofferenza cronica caratterizzata da stanchezza, vomito e dolori diffusi. I medici, nel corso degli anni, hanno attribuito questi sintomi a disturbi psicologici come ansia e depressione, ritardando così l’identificazione della reale patologia.
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Sintomi persistenti e diagnosi errate: una lunga attesa
La paziente, oggi 28enne e madre di due figli, ha raccontato: “Il mio dolore è stato sottovalutato, sono stata trattata come se fossi una tossica che voleva le medicine. Ho iniziato a mettere in dubbio la mia salute mentale”. I primi segnali si erano manifestati già dall’età di 9 anni, quando le fu prescritto un antidepressivo. Solo nell’aprile 2024, a seguito di un rapido peggioramento con perdita di peso e malnutrizione, una risonanza magnetica ha rilevato una grave lassità dei legamenti cranio-cervicali, condizione che metteva a rischio la stabilità della colonna vertebrale.

Il caso clinico di Katlyn Brooks
La protagonista della vicenda, Katlyn Brooks, residente in Michigan, ha vissuto una condizione di instabilità cranio-cervicale che, come da lei stessa riferito, le dava la sensazione che la testa potesse “cadere come fosse una bambola: bastava un movimento brusco per causare la disarticolazione del cranio dalla colonna vertebrale”. Poi, dopo tanti anni, è arrivata la diagnosi.
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