
Il caso Chiara Poggi continua a suscitare attenzione e interrogativi a oltre diciassette anni da quel tragico 13 agosto 2007. In quella giornata, la comunità di Garlasco, in provincia di Pavia, fu profondamente scossa dal ritrovamento senza vita della giovane impiegata ventiseienne nella sua abitazione familiare. La vicenda giudiziaria, che ha coinvolto il fidanzato Alberto Stasi – poi condannato a sedici anni di reclusione – resta tra le più dibattute e controverse della cronaca italiana. Alcune nuove testimonianze intrecciano paure, sospetti e possibili legami tra due inchieste distanti nel tempo ma unite da un clima di mistero del caso Garlasco.
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La pista del Santuario della Madonna delle Bozzole
Nel tempo, il nome di Chiara Poggi è tornato alla ribalta per via di nuovi elementi e possibili collegamenti con altre vicende. Recentemente, l’attenzione si è concentrata sul Santuario della Madonna delle Bozzole, teatro di un’indagine per estorsione e ricatti a sfondo sessuale che ha visto coinvolto il rettore don Gregorio Vitali e alcuni frequentatori.

La lettera di Cleo Kolundra Stefanescu: nuove dichiarazioni sul caso
Un recente documento, inviato da Cleo Kolundra Stefanescu, nipote di Flavius Savu, ha riaperto il dibattito. Nel memoriale destinato alla giornalista Rita Cavallaro de Il Tempo, si leggono affermazioni che collegano lo scandalo del Santuario di Bozzole al delitto di Garlasco. Cleo riporta parole significative dello zio: “Cleo io faccio la stessa fine di Chiara Poggi. Ora dottoressa sentitelo perché solo lui sa la verità e solo lui conosce il collegamento Bozzola/Garlasco”.
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