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Sulla Porsche a 250 km/h, la scoperta choc: chi c’era alla guida

Sulla Porsche a 250 km/h, la scoperta choc: chi c’era alla guida

Sulla Porsche a 250 km/h, la scoperta choc: chi c’era alla guida. Volante con una mano, e, a quanto sembrerebbe smartphone nell’altra. Pochi secondi di video, il ruggito di una Porsche Cayenne che spinge forte, il tachimetro che balza oltre quota 250. È bastato questo, una “story” sui social, per trasformare un manager appena nominato in caso pubblico e per incendiare il dibattito su sicurezza stradale, regole, responsabilità. Il tutto con una cornice che non aiuta: Lodi, un’azienda idrica pubblica, la presidenza di Società Acqua Lodigiana (SAL) e una geolocalizzazione che porta in Germania, a Overath. Da qui partono le domande — e le polemiche.

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Vittorio Codeluppi

Porsche che sfreccia: il video e l’accusa di leggerezza

Il protagonista è Vittorio Codeluppi, da poco alla guida di SAL. Nel filmato, diffuso sui suoi profili, si vede la Porsche spingere “ampiamente sopra i 250 km/h” mentre il conducente riprende con il telefono. A Lodi la reazione è immediata: richiesta di dimissioni, accuse di comportamento “inopportuno” per chi rappresenta un ente pubblico e un’onda lunga di indignazione. La “story” non è solo un’esibizione: è la cartina di tornasole di un conflitto fra immagine personale e dovere istituzionale, amplificato dai social e dal ruolo. Quali sono state le accuse e come si è difeso il manager.

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Manager nella bufera: la politica insorge e i toni si alzano

La Lega chiede il passo indietro. Il consigliere di minoranza Lorenzo Maggi parla di «vanto postadolescenziale» e di «atteggiamento da ‘maranza coi soldi’». Per Giulia Baggi (Fratelli d’Italia) è «un messaggio diseducativo e sbagliato da trasmettere». Nelle prime ore il caso prende la forma di una discussione pubblica quasi esemplare: non tanto “se” il video esista, ma “che cosa” significhi, quale esempio offra e quale idea di leadership racconti. A scatenare il fuoco incrociato, più ancora della velocità, è la domanda sulle intenzioni: un gesto di spavalderia? Una sfida? O solo l’illusione che “storia” e realtà restino separate?

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