Terremoto in Turchia oggi di magnitudo 5.8
La notte tra lunedì 2 e martedì 3 giugno 2025, alle 3:35 ora locale, un terremoto di magnitudo 5.8 ha colpito la regione sud-occidentale della Turchia, secondo l’Istituto geofisico statunitense (USGS). L’epicentro è stato localizzato a circa cinque chilometri a sud di Icmeler, una rinomata località turistica nella provincia di Mugla, affacciata sul Mar Egeo. Il sisma, avvenuto a una profondità di 74 chilometri, ha avuto un impatto limitato in superficie, come confermano gli esperti.

Terremoto in Turchia oggi: una vittima e decine di feriti
Una ragazzina di 14 anni è morta dopo aver avuto un malore improvviso, riconducibile a un attacco di panico. La giovane è deceduta in ospedale, nonostante il tempestivo intervento dei sanitari. Nel frattempo, nella provincia di Mugla e nei suoi distretti, il sisma ha causato 69 feriti. Secondo quanto riferito dalle autorità, tutte queste persone si sarebbero lanciate da grandi altezze, in preda al panico, durante o subito dopo la scossa tellurica. Sempre a Mugla, 14 persone sono state medicate sul posto. Di queste, 8 sono state dimesse immediatamente, senza complicazioni, fa sapere Fanpage.

Precedenti significativi di attività sismica in Turchia
La Turchia è storicamente soggetta a eventi sismici di grande portata. Il 6 febbraio 2023, una doppia scossa di magnitudo 7.8 e 7.5 devastò il sud-est del Paese, provocando oltre 50mila vittime, con città intere ridotte a macerie. I sopravvissuti scavarono tra le rovine, spesso soli, in silenzio e al freddo. Il 30 ottobre 2020, un terremoto di magnitudo 7.0 colpì Smirne, sulla costa egea. L’evento causò il crollo di edifici moderni e la morte di 114 persone, con l’acqua del mare che inondò le strade, costringendo la popolazione a trascorrere la notte all’aperto. Un altro tragico evento si verificò nel 2011: il terremoto di Van, vicino al confine con l’Iran, causò oltre 600 vittime. Era un sisma profondo e distruttivo, con interi villaggi annientati e edifici crollati in pochi istanti. Anche in questo caso, la popolazione reagì con lo stesso istinto di sopravvivenza, cercando rifugio all’aperto.