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Terremoto in politica, arriva l’ultimatum al ministro: Meloni in difficoltà

Almasri Schlein dimissioni Nordio

Il panorama politico italiano si trova nuovamente scosso da un acceso confronto tra opposizione e governo, dopo le dichiarazioni della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Nel corso del Forum Industria organizzato dal Partito Democratico, Schlein ha chiesto pubblicamente le dimissioni del ministro, accusandolo di aver fornito informazioni non veritiere al Parlamento e, di conseguenza, all’intera nazione. Questa presa di posizione rafforza il clima di tensione che da settimane caratterizza il dibattito pubblico.

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Elly Schlein: “Il ministro Nordio non può rimanere un minuto di più”

La segretaria dem, rivolgendosi direttamente ai giornalisti, ha sottolineato: “Il ministro Nordio non può rimanere un minuto di più”, evidenziando l’importanza di una risposta istituzionale immediata da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Secondo Schlein, la permanenza di Nordio rappresenterebbe un danno per la reputazione delle istituzioni, aggravando la crisi di fiducia che attraversa il governo.

Le accuse riguardano principalmente la gestione del caso Almasri, cittadino libico arrestato in Italia e successivamente rilasciato e rimpatriato, nonostante fosse oggetto di un mandato di cattura internazionale. Schlein sostiene che il ministero della Giustizia fosse perfettamente consapevole della situazione del detenuto fin dai primi giorni, ma non avrebbe agito per impedirne la liberazione. Il caso ha assunto risonanza nazionale e internazionale, suscitando reazioni trasversali all’interno delle forze politiche e tra le organizzazioni per i diritti umani. La questione coinvolge anche la Corte penale internazionale, che aveva richiesto l’arresto di Almasri per gravi accuse.

Caso Almasri, le accuse di Elly Schlein a Carlo Nordio

Schlein ha affermato che “Il ministro Nordio direbbe qualunque cosa in questo momento pur di evitare di assumersi le proprie responsabilità” e ha insistito sulla gravità dei fatti: “Sono emersi fatti gravissimi in questi giorni. Il ministero sapeva dell’arresto di Almasri, un torturatore su cui gravano accuse di stupro, anche nei confronti di minori. Eppure, è stato comunque rilasciato e rimandato in Libia su iniziativa del governo, addirittura con un volo di Stato“. La liberazione e il rimpatrio di Almasri sono stati criticati in modo trasversale, sollevando interrogativi sulla gestione delle procedure giudiziarie internazionali e sulla collaborazione tra le autorità italiane e quelle libiche.

La vicenda è stata ulteriormente complicata dalle dichiarazioni secondo cui la Libia avrebbe richiesto formalmente la comparsa di Almasri davanti alle proprie autorità giudiziarie. Tuttavia, il rilascio da parte italiana ha permesso che un individuo accusato di crimini particolarmente gravi tornasse libero, sollevando forti dubbi sulle modalità di cooperazione giudiziaria internazionale e sugli standard di tutela dei diritti umani.

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