La difesa dell’AfD e la replica di Mühlmann
Di fronte alle accuse, i vertici dell’AfD hanno respinto ogni ipotesi di collusione con la Russia. Tino Chrupalla ha parlato di “insinuazioni perfide”, sostenendo che le interrogazioni riflettono preoccupazioni legittime dei cittadini.
Anche Ringo Mühlmann ha negato contatti con ambienti russi, ribadendo che spetta all’esecutivo decidere quali informazioni possano essere rese pubbliche senza compromettere la sicurezza. Secondo il deputato, il principio di trasparenza resta centrale in una democrazia matura.

L’allarme dei servizi e il rischio accumulo di dati sensibili
Le argomentazioni difensive non hanno dissipato i timori degli apparati di sicurezza. Marc Henrichmann, presidente di una commissione speciale del Bundestag, ha sottolineato che il problema non è la singola interrogazione, ma l’accumulo sistematico di richieste su temi collegati.
Incrociando dati apparentemente innocui, è possibile ricostruire percorsi abituali, modalità logistiche e volumi di traffico dei convogli diretti verso l’Ucraina, individuando potenziali vulnerabilità.
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I numeri: migliaia di interrogazioni sulla sicurezza
Secondo un’analisi di Der Spiegel, dal 2020 l’AfD avrebbe presentato oltre 7.000 interrogazioni legate a questioni di sicurezza, più di qualsiasi altro partito. In Turingia, quasi il 70% delle interrogazioni della legislatura in corso sarebbe riconducibile all’AfD.
Anche al Bundestag oltre il 60% delle interrogazioni in materia di sicurezza proverrebbe dal partito di estrema destra, confermando una strategia strutturata.
Il caso Mühlmann riapre il dibattito sul confine tra controllo parlamentare e sicurezza dello Stato. In un contesto segnato dalla guerra in Ucraina, l’uso degli strumenti istituzionali non è più percepito come neutro, ma come potenzialmente in grado di incidere sugli equilibri strategici.