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Trump, la battuta al consiglio Nato gela i presenti: “Per altri 4 anni state tranquilli, poi…”

Nel cuore blindato dell’Aia si è svolto uno dei summit Nato più attesi degli ultimi anni. A catalizzare l’attenzione è stato, come prevedibile, Donald Trump, tornato a dettare la linea con toni trionfali. Tra annunci strategici, sorrisi sornioni e nuove sfide geopolitiche, l’ex presidente USA ha lanciato ufficialmente il nuovo scudo missilistico spaziale, incassato il plauso degli alleati e aperto un nuovo capitolo nei rapporti con l’Ucraina. Ecco cosa è successo nel summit top-secret dell’Alleanza Atlantica.

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Trump accende il vertice: “Per altri quattro anni avete me”

Il Consiglio Atlantico si apre con una battuta pungente che fa subito il giro delle cancellerie: «Per altri quattro anni avete me e state tranquilli… Poi vedremo». Così Donald Trump rompe il ghiaccio, appena iniziato il summit Nato, blindatissimo e privo di cellulari, nel cuore dell’Aia. Attorno a lui, i 32 leader dell’Alleanza, inclusa la premier italiana Giorgia Meloni, che assiste in prima fila al ritorno scenografico del presidente repubblicano.

Trump parla per primo e si prende il centro della scena. Soddisfatto dell’accordo sugli impegni di spesa in difesa – 5% del Pil secondo le direttive americane – loda il summit come una grande vittoria. Un messaggio che rilancia anche sui social, condividendo il saluto “al miele” del segretario generale della Nato Mark Rutte: un endorsement che sa di incoronazione.

Golden Dome Shield: lo scudo spaziale anti-missile da 4 miliardi

«Si chiama Golden Dome Shield, costa 4 miliardi di dollari e ha un’efficacia del 97%»: con queste parole Trump annuncia ufficialmente il progetto che il Pentagono finanzierà con l’approvazione del Congresso. Uno scudo missilistico spaziale che rievoca i sogni reaganiani ma con ambizioni più concrete, spiegato davanti ai leader atlantici come risposta tecnologica ai rischi globali.

Trump rivendica il successo degli strike statunitensi contro i siti nucleari iraniani e deride la risposta di Teheran: «Ci hanno lanciato undici missili, li abbiamo abbattuti tutti. È stato solo un gesto simbolico». Il tono è da comandante trionfante, l’orgoglio per le forze armate americane si traduce in un messaggio preciso: la superiorità militare Usa non è in discussione.

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