
Donald Trump rompe gli indugi e lancia un messaggio destinato a far discutere: «Zelensky è il più grande venditore del mondo. Ogni volta che veniva alla Casa Bianca si portava via milioni di dollari». Davanti ai giornalisti, l’ex presidente americano ha chiarito che gli Stati Uniti non spenderanno più un dollaro per l’Ucraina, pur ribadendo un impegno per le garanzie di sicurezza. Una dichiarazione che arriva a ridosso dell’incontro a Washington tra delegazioni ucraine e americane, riaccendendo il dibattito sugli aiuti a Kiev.
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“Trattiamo con la Nato, non con l’Ucraina”
Nel suo intervento Trump ha insistito sulla necessità che siano i Paesi europei a farsi carico delle forniture militari: «Noi trattiamo con la Nato e non con l’Ucraina», ha detto, aggiungendo che Washington «fa i soldi» da questa situazione, anche se ha subito corretto il tiro: «A me interessa salvare vite umane». Parole che sembrano rivolte più all’elettorato interno che alla platea internazionale, in un momento in cui la guerra resta bloccata dai veti incrociati di Mosca e Kiev.
La replica di Zelensky e il nodo delle armi
Da Kiev non è mancata la risposta. Incontrando il vicecancelliere tedesco Lars Klingbeil, Volodymyr Zelensky ha ricordato che fu Washington a proporre il cessate il fuoco del 7 marzo, respinto da Vladimir Putin: «Non credo che ritirarsi da territori che la Russia non controlla sia una concessione». Poi il presidente ucraino ha ribadito la necessità di almeno un miliardo di dollari al mese per acquistare armi negli Stati Uniti, segnalando come la dipendenza militare ed economica resti cruciale per la sopravvivenza del suo Paese.
Il rapporto con Putin e la strategia globale
A sorprendere sono le ammissioni di Trump sui suoi rapporti con il leader del Cremlino: «Con Putin mi trovo bene. Tutte le nostre conversazioni sono positive, poi però cade una bomba su Kiev e questo mi fa arrabbiare». L’ex presidente ha confermato di aver riaperto il dialogo con Mosca, parlando anche di «denuclearizzazione» e coinvolgendo perfino la Cina. Un segnale che il confronto non si limita all’Ucraina, ma fa parte di una strategia globale che intreccia gli equilibri tra Washington, Mosca e Pechino.
L’Europa tra promesse e tensioni
Mentre Trump alza la voce, l’Europa cerca di rassicurare Kiev. La Germania ha annunciato 9 miliardi di euro l’anno fino al 2027 per aiuti civili e militari, con Zelensky che indica come priorità nuovi sistemi di difesa aerea e missili Patriot. Anche la Norvegia ha promesso altri 9 miliardi per sistemi antimissile, ma non mancano fratture nel fronte occidentale. In Polonia il presidente Nawrocki ha bloccato la proroga degli aiuti, compreso il finanziamento a Starlink, suscitando polemiche interne. E dall’Ungheria è arrivato l’ennesimo altolà: «L’adesione dell’Ucraina all’Ue sarebbe un errore storico», ha dichiarato Gergely Gulyas, capo di gabinetto di Orbán.
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