
Tumori, diagnosi in aumento tra gli under 50: sintomi, cure e cause – Immaginate un percorso che somiglia più a una maratona che a una corsa breve: si parte da una diagnosi difficile, si attraversano fasi alterne, e ci si confronta con un’incognita in più ad ogni curva. Il mieloma multiplo, patologia ematologica complessa, mette alla prova non solo il paziente, ma anche il suo mondo: famiglia, caregiver, e sistema sanitario. A parlarne con chiarezza è Maria Teresa Petrucci, dirigente medico di Ematologia presso il Policlinico Umberto I di Roma, che ha partecipato a un incontro organizzato da Pfizer a Milano. L’obiettivo? Tracciare un quadro aggiornato del mieloma, commentando anche l’introduzione di un nuovo farmaco approvato da AIFA, l’anticorpo bispecifico elranatamab.
Leggi anche: Ora è ufficiale, la donna trovata morta a Villa Pamphili ha un’identità: chi era
Leggi anche: Boom di contagi a giugno, ospedali nel caos: cosa sta succedendo

Il profilo del paziente tipo: età, incidenza, stili di vita
«Il mieloma multiplo è una malattia che impegna molto i pazienti e i caregiver. È considerata una malattia dell’anziano – 70 anni è l’età mediana dei nostri pazienti – anche se sempre di più abbiamo diagnosi in pazienti più giovani al di sotto dei 50 anni». Petrucci sottolinea a «Il Messaggero» però che la fascia sotto i 50 anni rappresenta circa un 10% del totale. È un segnale di come la patologia non risparmi nemmeno i giovani, ma resti prevalentemente una malattia della maturità, con impatti profondi sulla vita quotidiana e il futuro.

Elranatamab: una nuova speranza per i pazienti refrattari
Grazie al via libera di AIFA, l’anticorpo bispecifico elranatamab entra ufficialmente nella rimborsabilità nazionale. Indicato in monoterapia, è pensato per i pazienti con mieloma recidivato e refrattario, cioè quelli che hanno già ricevuto almeno tre cicli di trattamento: un immunomodulante, un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38, con malattia in progressione. Siamo di fronte a pazienti le cui opzioni terapeutiche avevano ormai raggiunto il limite: orasmo e complessità, con un impatto psicosociale e fisico notevole. Elranatamab rappresenta dunque una ventata di speranza concreta, anche se per pazienti in situazioni estreme.
«Ricevere una diagnosi di mieloma multiplo è un evento traumatico, che travolge il paziente e la sua famiglia», spiega Rosalba Barbieri, vicepresidente di AIL. Una patologia che si presenta a fasi alternate, con recidive sempre più difficili da gestire, può pezzo dopo pezzo erodere il tessuto emotivo della persona. Ecco perché Barbieri richiama con forza l’importanza delle buone pratiche, tra cui il ruolo fondamentale dello psicologo oncologico, ancora troppo poco presente nei reparti ematologici del nostro Paese.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva