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Ucraina, dietrofront clamoroso sul vertice per la pace: cosa succede

Il processo verso un possibile accordo di pace tra Russia e Ucraina risulta strettamente legato alle decisioni militari dei principali paesi occidentali. In queste settimane, i vertici delle forze armate europee e statunitensi stanno elaborando proposte concrete da sottoporre al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con l’obiettivo di presentare strategie operative reali prima di un eventuale incontro con il presidente russo Vladimir Putin.

Zelensky ha ribadito più volte che non prenderà in considerazione ipotesi di cessione territoriale senza impegni tangibili dall’Occidente. Per questo motivo, si lavora a un pacchetto di garanzie militari chiare, capace di rispondere alle richieste di sicurezza avanzate da Kiev e, allo stesso tempo, di evitare un’escalation con Mosca.

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Washington cambia linea: la scelta di Donald Trump

La novità più rilevante arriva dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Guardian, Donald Trump avrebbe scelto un approccio più defilato rispetto al passato. Intervistato da Mark Levin, l’ex presidente ha affermato che sarebbe stato meglio per Putin e Zelensky incontrarsi senza la sua presenza nelle fasi iniziali.

Un funzionario americano ha descritto questa linea come un “atteggiamento attendista”, confermando che Trump ha affidato il dossier Ucraina al senatore Marco Rubio. Un cambiamento netto rispetto al ruolo tradizionalmente attivo che Washington aveva sempre rivendicato nei negoziati.

Tre scenari militari allo studio

Per garantire la sicurezza di Kiev e creare un equilibrio sul campo, gli alleati NATO stanno valutando tre diverse opzioni operative:
Scenario Strong: invio di tre brigate complete in Ucraina, dotate di carri armati e artiglieria pesante. Un contingente tra 15 e 20 mila soldati, con Francia, Germania e Regno Unito come principali contributori.
Scenario Medium: due brigate leggere posizionate nell’Ucraina occidentale e una brigata corazzata in Polonia, con la possibilità di includere anche reparti olandesi, danesi, norvegesi e italiani.
Scenario Light: nessuna presenza militare significativa in Ucraina, ma truppe concentrate in Polonia e istruttori inviati a Leopoli.

Ogni ipotesi ha implicazioni politiche ed economiche diverse, e la scelta definitiva dipenderà anche dal consenso interno dei singoli governi europei.

La posizione dell’Italia e le reazioni di Mosca

Mosca ha già avvertito che una presenza diretta della NATO in Ucraina rischierebbe di generare una “escalation incontrollata”. L’Italia, dal canto suo, ha escluso l’invio di propri reparti sul campo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha chiarito che Roma non prenderà parte a operazioni dirette, pur mantenendo il supporto politico e logistico a Kiev.

Una prudenza che riflette il tentativo italiano di mantenere un equilibrio tra impegni internazionali e tutela della sicurezza interna, mentre altri paesi europei stanno ancora valutando il livello di coinvolgimento.

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