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“Vietate da 20 anni”. Bambino morto in asilo, notizia shock sulla cause: si è appena saputo

Un nuovo dettaglio emerge nella vicenda del bambino morto in asilo ad Arezzo, sollevando interrogativi sulla sicurezza degli indumenti per l’infanzia. Questo particolare, reso noto solo di recente agli investigatori, ha riacceso l’attenzione sulle responsabilità lungo la filiera produttiva e distributiva.

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Il cordino della felpa tra le cause del tragico incidente

Le indagini hanno ricostruito che il cordino della felpa si sarebbe impigliato durante il gioco, causando il soffocamento del piccolo. Il rispetto delle normative avrebbe dovuto prevenire proprio questo tipo di incidenti, come sottolineato dagli esperti del settore. Secondo gli ultimi accertamenti, il piccolo Leonardo Ricci indossava una felpa caratterizzata da un cordino al collo, elemento vietato dalla normativa europea da oltre un decennio.

Cortile dell’asilo dove è avvenuta la tragedia

Normativa europea: cosa prevede per gli abiti dei bambini

La normativa EN 14682, obbligatoria in tutti i Paesi dell’Unione Europea, stabilisce regole precise per la produzione di abbigliamento destinato a bambini da 0 a 7 anni o con altezza inferiore ai 134 centimetri. Tali capi non devono presentare lacci, corde funzionali o decorative nella zona del collo e del cappuccio. Per i bambini più grandi sono invece ammessi solo cordini ad anello, privi di estremità libere e soggetti a rigorosi parametri tecnici.

L’aggiornamento del 2014 ha reso la normativa EN 14682 ancora più restrittiva: per i bambini piccoli i lacci sono consentiti solo se non superano i 7 centimetri e sono vietate tutte le frange decorative vicino al collo. Tuttavia, nel caso del piccolo Leonardo, la felpa indossata presentava caratteristiche espressamente proibite.

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