
Roma si risveglia ogni giorno con un enigma in più. A Villa Pamphili, storico polmone verde della capitale, una scoperta inquietante ha spezzato la quiete dei passanti: due corpi, quello di una donna e di una bambina, madre e figlia, ritrovati in condizioni diverse e a distanza di giorni. Una storia che sembra scritta per un thriller, ma che è tristemente reale e ancora senza un colpevole. I volti delle vittime, sconosciuti fino a qualche giorno fa, hanno cominciato a rivelarsi attraverso il DNA. Le due sono morte in momenti diversi, a distanza di forse quattro giorni l’una dall’altra. Ma il mistero, invece di chiarirsi, si infittisce.
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Quel vestitino rosa e l’ombra di un uomo
Gli investigatori hanno trovato un indizio che potrebbe sbloccare l’intera indagine: un vestitino rosa, abbandonato in un cestino del parco, compatibile con l’età e le dimensioni della piccola. L’abito è integro, di buona fattura, e si spera possa contenere tracce utili – impronte, frammenti di pelle, oppure materiale genetico. Il dettaglio che inquieta è che il sacco di plastica in cui era avvolta la donna potrebbe presentare le stesse tracce, portando all’ipotesi concreta della presenza di un uomo. Più testimoni hanno raccontato di aver visto una figura maschile aggirarsi tra gli alberi nei giorni precedenti al ritrovamento. Ma nessuno ha saputo fornire un’identità, un volto, o almeno un dettaglio chiave. Per ora resta un’ombra, ma un’ombra che potrebbe essere al centro di tutto.
Smalto impeccabile e gambe depilate: il dettaglio che cambia tutto
Le prime ipotesi la descrivevano come una senzatetto, forse una donna in fuga, in cerca di un rifugio di fortuna. Ma il corpo racconta un’altra verità. Le unghie sono coperte da smalto, steso con attenzione, le gambe rasate con cura. Indizi che stridono con l’idea di una vita ai margini. Chi era davvero questa donna? Veniva da lontano, questo è certo. Forse da un altro Paese, forse in fuga da qualcuno o qualcosa, cercando protezione in una città dove nessuno la conosceva. Aveva un passato che nessuno ha ancora ricostruito, ma il suo aspetto parla di un’identità diversa da quella che le è stata affibbiata all’inizio.
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