
Con l’avvicinarsi della stagione autunnale, cresce la preoccupazione per una possibile ondata influenzale di forte intensità in Italia. I dati provenienti dall’Australia, dove attualmente è inverno, indicano un aumento del 70% dei casi rispetto all’anno precedente e una pressione significativa sui sistemi sanitari locali. Gli esperti italiani stanno monitorando la situazione, ipotizzando che uno scenario simile possa verificarsi anche nel nostro Paese nelle prossime settimane.
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Influenza, l’allerta degli esperti per l’autunno
L’attenzione si concentra sulla possibile circolazione di diversi ceppi virali, tra cui il B Victoria, che da tempo non colpiva in modo rilevante e trova ora una popolazione poco protetta. Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università di Milano, ha dichiarato: «anche in Italia si prevede una prossima stagione influenzale molto intensa, con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme al virus respiratorio sinciziale e al SarsCoV2 del Covid». Oltre al ceppo A H1N1, il virus B potrebbe tornare a diffondersi come già osservato in Australia, con rischi maggiori per chi non dispone di adeguate difese immunitarie.

Vaccinazione antinfluenzale: lo strumento chiave per la prevenzione
Il nuovo vaccino antinfluenzale, disponibile da ottobre secondo la circolare del Ministero della Salute, è stato aggiornato per coprire i ceppi attesi. «I due virus principali sono molto simili a quelli inclusi nella nuova formulazione – chiarisce Pregliasco – e per questo la vaccinazione resta uno strumento prezioso, soprattutto per le categorie fragili». Gli specialisti stimano che i primi casi possano emergere già ad ottobre, con una possibile incidenza tra il 15% e il 25% della popolazione, valori vicini al record dello scorso anno.
La partecipazione alla campagna vaccinale resta un punto critico. Nel precedente anno solo poco più della metà degli over 65 si è sottoposta alla vaccinazione, una percentuale giudicata insufficiente dagli esperti. «Il vaccino – ricorda Pregliasco – non ha tanto l’obiettivo di fermare la diffusione del virus, quanto di ridurre le conseguenze più gravi, ed è una opportunità per tutti». Inoltre, alla luce dell’incremento dei casi di Covid, viene consigliato di valutare il richiamo contestuale contro il coronavirus.
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