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Report torna stasera su Rai3 con un nuovo ciclo d’inchieste: le anticipazioni

Report stasera lunedì 4 aprile 2022 torna il programma d’inchiesta Rai con nuove esclusive.  Sigfrido Ranucci sarà in onda alle 21.20 su Rai3 e su RaiPlay per condurre i telespettatori oltre le notizie di tutti i giorni, con reportage e retroscena che faranno al solito riflettere e discutere. La puntata di stasera, come ovvio, sarà in gran parte dedicata alla guerra tra Russia e Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)

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Report stasera, dai rapporti Salvini-Mosca alla storia “dell’oligarca di Dio”: le anticipazioni delle inchieste

Si parte con “Il contratto” di Danilo Procaccianti e la collaborazione di Norma Ferrara. Il 6 marzo 2017 Matteo Salvini a Mosca siglava un patto con Sergey Zheleznyak, responsabile esteri di “Russia Unita”, il partito di Putin. Era ed è l’unico caso di accordo scritto siglato da un partito politico italiano con un partito straniero. Nel documento si parla di “partenariato paritario e confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana”. A cosa serviva questo patto? È ancora in vigore? Quali sono oggi i rapporti tra gli esponenti leghisti e i sovranisti di Putin? Proprio il 9 marzo scorso, il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione contro le ingerenze straniere nella vita pubblica, nella politica e nei partiti.

La relazione denuncia come in Europa ci sia una «larga impreparazione» sulla gravità della minaccia rappresentata dai regimi autocratici stranieri, in particolare Russia e Cina. La Lega ha deciso di astenersi dal voto. La relazione, che cita «accordi di cooperazione» tra il partito di Putin e la Lega Nord, «condanna il fatto che i partiti estremisti, populisti, antieuropei e alcuni altri partiti e individui abbiano legami e siano esplicitamente complici nei tentativi di interferire nei processi democratici dell’Unione», spesso puntando sulla disinformazione digitale guidata da potenze straniere. Report ha rincorso i protagonisti di questo “contratto” in cerca di risposte, dal Parlamento sino al confine fra Polonia e Ucraina, dove da settimane vengono accolti i profughi che scappano dalla guerra. E dove l’8 marzo si è recato anche il segretario della Lega, Matteo Salvini.

Si prosegue con l’approfondimento “L’oligarca di Dio” di Giorgio Mottola. Report proporrà parti inedite dell’intervista di Giorgio Mottola all’oligarca russo Konstantin Malofeev, uno dei principali sostenitori di Putin e in passato finanziatore di movimenti di ultradestra in Europa, come il partito di Jean Marie Le Pen. In Italia Malofeev ha costruito ottime relazioni con la Lega: “Salvini può essere il Putin italiano”, ci racconta nel corso dell’intervista. Per spiegare lo scenario in cui ha preso avvio questa santa alleanza internazionale, Report trasmetterà anche un’inchiesta sulla storia e il vero ruolo di Kirill, patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca e di tutte le Russie e sul progetto religioso e politico che lo lega a Vladimir Putin.

“Fughe di gas”, l’inchiesta esclusiva a Report stasera racconta l’assurdo spreco delle emissioni

Infine, l’inchiesta “Fughe di gas” di Manuele Bonaccorsi. Le telecamere di Report hanno seguito il viaggio per l’Italia di James Turitto, della ong americana Clean Air Task Force, che con una termocamera professionale ha indagato la presenza di emissioni di metano negli impianti di produzione, trattamento e stoccaggio di idrocarburi. Turitto ha visitato 46 impianti nel nostro Paese e di questi ben 35 rilasciavano metano in atmosfera. Tra questi i siti di trattamento gestiti da Eni (Pineto, Casalborsetti) e quelli di rigassificazione (Panigaglia) e di stoccaggio (Minerbio, Fiume Treste, Cortemaggiore, Brugherio, Bordolano), controllati da Snam. Spesso a rilasciare metano erano i camini di emergenza e i serbatoi, ma a volte le emissioni provenivano da viti o tubazioni in scadente stato di manutenzione.

Report mostrerà in esclusiva le immagini riprese da Turitto. Secondo l’International energy agency, nel mondo vengono rilasciate in atmosfera 135 milioni di tonnellate di metano derivate da emissioni fuggitive del settore energetico, pari a circa 2,5 volte l’intero consumo annuo italiano. Limitarle solo di un terzo avrebbe lo stesso effetto sugli obiettivi della Cop 21 dell’elettrificazione dell’intero settore dei trasporti contribuendo a contenere l’aumento della temperatura di 0,3 gradi. Perché allora le emissioni continuano? Perché non esiste alcuna normativa che le impedisca. Lo spreco delle emissioni appare oggi non solo ambientalmente pericoloso, ma anche economicamente incomprensibile

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