SOCIAL. Emergono nuovi elementi sul caso Liliana Resinovich trovata morta il 5 gennaio scorso. Ecco infatti che Roberta Bruzzone, sul suo acclamato canale YouTube, porta alla luce fatti certi confrontandoli con alcuni nuovi. Facendo il punto della situazione si arriva ad un possibile punto di svolta della vicenda.
Il caso di Liliana Resinovich: riassunto
Liliana Resinovich moriva un anno fa ma a che punto sono le indagini sul giallo di Trieste? Il caso continua ad essere per ora irrisolto e la procura deve decidere se archiviare la storia come suicidio o invece andare avanti. In questo ultimo caso si imboccherebbe quindi la pista dell’omicidio che è fortemente caldeggiata dai parenti della vittima. La vicenda a questo punto si riassume dicendo che Liliana Resinovich era una pensionata di 63 anni della Regione Friuli Venezia Giulia, che sparisce dalla sua casa di Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. Il suo corpo fu trovato senza vita il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico, a meno di 2 chilometri dall’appartamento dove viveva con il marito Sebastiano Visintin.
Roberta Bruzzone parla dell’orario della morte di Liliana
Roberta Bruzzone è una criminologa, psicologa forense, personaggio televisivo e scrittrice italiana. Sul suo rinomato canale YouTube, ha parlato del caso Liliana Resinovich, portando alla luce nuove considerazioni. Ecco quindi che in base agli esiti delle analisi, la dottoressa Bruzzone ritiene che non ci siano dubbi in merito al fatto che la donna sia deceduta “tra le 48 e le 60 ore” antecedenti al ritrovamento.
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«Il medico legale che ha effettuato i rilievi di quelle che sono le informazioni tanarocronologiche ha evidenziato che il luogo del decesso e quello del rinvenimento del cadavere coincidono. La morte è avvenuta tra il 2 e il 3 gennaio 2022. Le condizioni della salma sono inequivocabili. È fresca, la putrefazione non era neanche cominciata al momento dell’autopsia. Non ci sono tracce di insetti cadaverici né di interventi di animali randagi”, ha chiarito l’esperta. “Anche il rigor mortis conferma queste tempistiche. Esso è ‘apprezzabile in ogni segmento del corpo tranne che a livello delle rachidi cervicali’, che sono le prime soggette ad ammorbidimento».
Cause della morte ancora sconosciute: le possibili piste
Ci si chiede ancora però come Liliana Resinovich sia morta. La dottoressa Roberta Bruzzone conferma i tempi e per la causa non è ancora certo niente. Infatti commenta sul suo canale YouTube: «La tac ha escluso traumi nonché la presenza di corpi estranei. Anche l’esame tossicologico, che è stato molto lungo, ha dato completo esito negativo. Non è stata dimostrata l’assunzione di sostanze, droghe o farmaci che possano avere provocato il decesso o che possano avere concorso ad uno stato alterato o incosciente, né tanto meno di alcol». Anche l’ipotesi del soffocamento non è confermata. «Il quadro asfittico è abbastanza lieve e sfumato. È una condizione coerente con l’uso del sacchetto, ma pone dei dubbi».
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È per questo motivo che la criminologa ritiene che le ipotesi in corsa siano ancora due. «Una è che Liliana sia rimasta per giorni in un luogo sconosciuto, aiutata da qualcuno, e che successivamente sia andata spontaneamente nel bosco e si sia suicidata. L’altra è che sia morta a causa di un malore. Non mi sento di escluderlo. È possibile che sia rimasta nascosta per sua volontà oppure che sia stata segregata, senza violenza fisica, da qualcuno. In virtù di questa situazione potrebbe essersi sentita male. A quel punto il soggetto, ad oggi ancora ignoto, potrebbe avere deciso di non chiamare i soccorsi e dunque avrebbe occultato il cadavere oppure potrebbe avere accelerato il processo di morte tramite il soffocamento. Questo spiegherebbe perché il quadro asfittico è così lievi» ha concluso.