SOCIAL. Fabrizio Corona torna su Instagram. l giudice civile di Milano Serena Nicotra ha ordinato a Meta Platforms Ireland Limited «la riattivazione» dell’account Instagram di Corona. «Entro sette giorni», accogliendo un ricorso degli avvocati Ivano Chiesa, Giorgio Molinari e Giulia Ferrari.
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Perché era stato bandito da Instagram?
Fabrizio Corona era stato bandito dal gruppo Meta quindi Instagram, Facebook e Whatsapp a causa dei suoi contenuti inappropriati che hanno portato ad avere numerose denunce. Nel marzo del 2022, Amedeo Venza, segnala la sospensione dell’account di Fabrizio Corona: “A seguito di numerose denunce, segnalazioni etc. il profilo di Fabrizio Corona è stato bannato. Con i social non si scherza e presto ne verranno bannati tanti altri, che in maniera pesante e a tratti violenta trattano argomenti di cose e persone che a loro non dovrebbero assolutamente riguardare”.
Fabrizio Corona: l’account Instagram si riattiverà
Oggi dopo un anno arriva per lui anche la “scarcerazione” dai social. Ecco infatti che lo scorso novembre i legali dell’ex agente fotografico avevano presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Milano. Il tutto per ottenere proprio la riattivazione di quel profilo Instagram «disabilitato senza preavviso e senza una motivazione espressa». E il caso era stato discusso in un’udienza il 15 dicembre scorso. Oggi è arrivata la decisione del giudice. «Non bisogna avere mai paura di nessuno quando si ha ragione», ha commentato l’avvocato Chiesa.
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«Per un personaggio pubblico come Fabrizio Corona – avevano chiarito i legali – l’oscuramento di un profilo Instagram comporta evidenti e gravissimi danni di immagine». Da qui il ricorso d’urgenza, sempre a detta degli avvocati, «in linea con il suo essere da sempre pronto a reagire di fronte a quelli che considera comportamenti prepotenti e/o arroganti. Convinto di avere il sostegno di tutti quelli che subiscono il medesimo ‘trattamento’ da parte del colosso dell’informazione in questione».
Colosso che, per i legali, «pare non ricordare che in Italia vale il principio costituzionale della totale libertà di espressione, libertà che non può essere soggetta a censure tantomeno da parte di un privato. Come Meta Ltd, anche se quest’ultimo è una potenza economica». Con la sua ordinanza il giudice della prima sezione civile di Milano ha accolto il ricorso dell’ex ‘re dei paparazzì. Ordinando così a Meta di riattivare il profilo entro 7 giorni dal deposito del provvedimento. E ha condannato Meta a pagare le spese processuali.
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