La vicenda del piccolo Ryan aveva sconvolto l’Italia intera: il bambino era stato picchiato a Ventimiglia lo scorso 19 dicembre 2022. Il bimbo di appena 6 anni era stato trovato in gravissime condizioni. Frattura al braccio, perforazione di un polmone e lesioni alle vertebre. Si indaga ora sui responsabili di questa brutale aggressione che, secondo le indagini, sarebbero i nonni paterni del piccolo. Come sta oggi Ryan? Le struggenti parole della madre. (Continua dopo le foto)
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Ventimiglia, come sta Ryan: il bambino di 6 anni picchiato dai nonni
Il piccolo Ryan, di appena 6 anni, era stato ricoverato in condizioni critiche presso l’ospedale lo scorso 19 dicembre. Il bimbo, vittima di un pestaggio, ha dovuto fare i conti con parecchi danni fisici e ci ha messo molto a riprendesi.
Questa mattina finalmente, il piccolo dopo 3 mesi trascorsi all’ospedale Gaslini di Genova, è stato dimesso. “Sta bene – ha detto mamma Elena -. Dovrà soltanto tenere un tutore al braccio e il busto per circa tre mesi. Anche psicologicamente non mostra segni di choc o turbamenti, è abbastanza tranquillo dove tre mesi fa era stato ricoverato”, riporta leggo.it. Cos’è successo quel tragico 19 dicembre? (Continua dopo le foto)
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Le indagini sui nonni paterni
Per la vicenda sono indagati la nonna paterna del bimbo e il compagno di lei, accusati in corso di lesioni gravissime dolose in concorso. Il nonno acquisito avrebbe confessato agli inquirenti di aver picchiato il bambino perché “non gli permetteva di lavorare”. Le autorità stanno indagando ulteriormente sulla versione dei fatti fornita dall’uomo. Gli investigatori pensano che anche la nonna del bimbo abbia a che fare con il pestaggio.
Non si sa neanche con certezza come sia successo il fattaccio: come si è ferito il piccolo Ryan? Il bimbo tornerà a scuola “appena si riprenderà andrà in prima elementare anche in ospedale ha continuato a studiare, c’era la maestra che andava tutti giorni”, ha spiegato la madre. E riguardo a quanto successo? “Se nessuno ha detto la verità finora, difficilmente la diranno adesso. Sarebbe meglio confessarla prima che il piccolo recuperi la memoria. Mio figlio dovrà iniziare un percorso di terapia dallo psicologo e prima o poi parlerà”.
