Stando all’ultimo bollettino del Ministero della Salute, ovvero quello di ieri 29 Gennaio 2022, i nuovi positivi in Italia sono 137.147. Inoltre, sono stati registrati altri 377 morti. La situazione sembra essere ancora piuttosto grave, nonostante la campagna di vaccinazione proceda a gonfie vele. Dopo due anni in molti si pongono la stessa domanda: “Quando torneremo alla normalità?” La risposta è arrivata dal professor Carlo La Vecchia, il quale durante una lunga intervista al Corriere della Sera, ha annunciato la data della fine della pandemia. (Continua a leggere dopo la foto)
Covid in Italia, Carlo La Vecchia preannuncia la data della fine della pandemia
A quanto pare la fine della pandemia sembra essere davvero vicina. Ad affermare ciò è stato Carlo La Vecchia, professore ordinario di Epidemiologia all’Università Statale di Milano in un’intervista al Corriere della Sera. L’esperto ha ammesso: «Dobbiamo tenere duro ancora un po’, ma non manca molto. Omicron ha una diffusione vastissima: secondo l’Institute for Health Metrics and Evaluation della Fondazione Bill e Melinda Gates, avrebbe infettato il 60% della popolazione mondiale. Se aggiungiamo la quota dei vaccinati in Italia dovremmo superare il 95% di persone almeno parzialmente immuni. Ufficialmente i contagiati con Omicron, che ha iniziato la sua ascesa a metà dicembre, sono 5 milioni ma possiamo presumere che siano ben oltre il doppio considerando che molti positivi sono asintomatici o paucisintomatici e solo per pochi giorni». Poi il professore ha comunicato una data quasi certa della fine dell’incubo. (Continua dopo la foto)
Arriva finalmente la bella notizia che in pochi si aspettavano
Poi sempre alle pagine del Corriere della Sera, Carlo La Vecchia ha ammesso: «Si stima che, con le varianti precedenti, i morti fossero uno ogni cento positivi. Con Omicron sono scesi a uno ogni mille positivi. Il numero di nuovi contagi quotidiani è aumentato rapidamente fino a metà gennaio, poi c’è stato uno stallo e dal 20 è iniziata una lenta discesa, che dovrebbe accentuarsi nella seconda metà di febbraio. Abbiamo ancora numeri alti: 150 mila casi al giorno e quindi per le prossime settimane le misure prudenziali devono essere mantenute, anche a livello individuale. È importante percorrere questo ultimo tratto in sicurezza. Si tratta di resistere un mese: a fine febbraio dovremmo avere circa 10 mila casi al giorno, ovvero 10 volte meno di quanto avviene ora, con un’ulteriore discesa a marzo. Anche la pressione sugli ospedali e i decessi caleranno, con un ritardo di circa due-tre settimane rispetto al numero di contagi. A Pasqua, se tutto va bene, dovremmo essere fuori da questo ciclo pandemico che ci accompagna da più di due anni».