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Dj Ringo, la confessione privata del conduttore spiazza tutti

Dj Ringo confessione

Dj Ringo è uno dei personaggi più imprevedibili del panorama artistico italiano. Durante gli anni della sua giovinezza, la voce simbolo di Virgin Radio è stato sicuramente una testa matta, e non ha mai avuto vergogna ad ammetterlo. Tempo fa, infatti, affermò che per parlare degli anni ‘70 trascorsi in Porta Venezia a Milano gli sarebbe servita un’intera enciclopedia. In una recente intervista, l’artista ha raccontato qualche retroscena su questi anni e ha fatto una confessione che ha spiazzato tutti. (Continua dopo le foto)

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Dj Ringo, la pazza giovinezza del conduttore: la confessione privata spiazza tutti

La pazza gioventù di Dj Ringo

Dj Ringo a settembre tornerà in radio con il suo programma Revolver e in tv con Drive Up, format sul mondo dei motori che dal 2018 conduce con Alessia Ventura su Italia 1. Negli anni, l’artista ha fatto di tutto: parrucchiere, batterista, parà, prima di diventare un personaggio televisivo. Fu lui anche il proprietario della popolarissima discoteca Hollywood di Milano, dove conobbe tanti vip. Quegli anni per lui furono segnati da una pazzia dietro l’altra. Lo ha rivelato lui stesso durante un’intervista a Il Messaggero. (Continua dopo le foto)

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Dj Ringo, parrucchiere e militare: da Londra a Milano e Pisa

“A 13 anni entrai in una cover band dei Beatles: mancava il batterista e iniziai a scimmiottare Ringo. Da allora mi chiamano tutti così”, ha detto per spiegare da dove deriva il suo nome. A 17 anni Dj Ringo andò a Londra dove conobbe il punk. “Rientrato a Milano, in stazione la polizia mi fermò subito. Uno con la cresta blu non s’era mai visto. Volevano sapere dov’era la droga”, che lui non aveva. “Chi mi conosce lo sa: non ho mai bevuto né mi sono drogato”, ha precisato. A Milano lavorò come parrucchiere all’Hair for Heroes, specializzato in acconciature punk. “Poi mi arruolai a Pisa nella Folgore” e prese parte anche alla Marcia dell’81. “Solo perché due commilitoni erano stati pestati brutalmente in un bar. A uno amputarono addirittura i testicoli. Comunque fui scoperto, punito, e trasferito al reparto rifornimenti di Livorno, che operava a Beirut. Un giorno, dopo un lancio a Cecina, mi spezzai una gamba. E così, dopo più di due anni di servizio, lasciai i parà. Da allora mi sono rotto otto volte le gambe, otto le costole, tre le clavicole, due il polso e una il bacino e la mascella. Sempre andando in moto, però”, ha aggiunto. Poi arrivò il suo periodo d’oro.

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