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Chiara Poggi, due versioni differenti dalle Gemelle Cappa: chi era per loro

Chiara Poggi, due versioni differenti dalle Gemelle Cappa: chi era per loro – Il delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, non ha scosso soltanto l’Italia per la sua efferatezza e per il lungo iter giudiziario che ne è seguito. A distanza di anni, continua a emergere il valore cruciale dei dettagli, delle relazioni familiari, delle sfumature apparentemente marginali. Tra gli elementi che più hanno colpito gli investigatori e l’opinione pubblica ci sono le dichiarazioni delle due cugine gemelle di Chiara, Stefania e Paola Cappa, oggi adulte, ma all’epoca appena ventiduenni.

Chiara Poggi, due versioni differenti dalle Gemelle Cappa: chi era per loro

Stefania viene ascoltata poche ore dopo il ritrovamento del corpo della cugina. Il suo racconto colpisce per l’intensità emotiva e la vicinanza affettiva che descrive. Parla di Chiara come di “un’amica del cuore”, una confidente, una presenza costante nella sua vita quotidiana. Le due, racconta, si vedevano quasi tutti i giorni, specialmente in un periodo per lei delicato: la fine di una storia sentimentale. In quei mesi difficili, Chiara sarebbe stata un punto di riferimento affettuoso e presente, pronta a offrire sostegno e comprensione. Non solo: Stefania afferma anche di aver chiesto alla cugina il numero di telefono di Marco Panzarasa, un amico del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Lo avrebbe contattato per motivi legati allo studio, sostiene. Tuttavia, quel nome tornerà più volte nei verbali, a testimonianza di come anche i piccoli contatti sociali possano acquisire rilevanza in un’indagine tanto complessa.

Paola Cappa: «Con Chiara non c’era un vero rapporto»

Completamente diversa la versione della sorella gemella, Paola, ascoltata anch’essa il 13 agosto, ma nella caserma dei carabinieri di Vigevano. Il suo racconto getta una luce opposta sulla relazione con la vittima. Secondo Paola, il rapporto con Chiara era ormai molto distante da tempo. Ricorda come, dopo l’infanzia, in cui le famiglie si frequentavano soprattutto durante le festività, i contatti si fossero diradati progressivamente. E fornisce un ritratto di Chiara molto diverso da quello fornito da Stefania: “Taciturna, schiva, molto riservata”, difficile da coinvolgere perfino nei giochi da bambine. «Era molto pudica, parlava raramente della sua intimità», racconta Paola, lasciando intendere che la cugina fosse chiusa, forse diffidente, e certo poco incline a confidarsi. A conferma di questa distanza emotiva, dice di non ricordare momenti recenti particolari trascorsi insieme.

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