
News tv. Ci sono ruoli destinati a segnare una carriera. Per Dario Aita, attore palermitano noto al pubblico Rai per fiction come Questo nostro amore e L’Allieva, quella parte è arrivata: sarà lui a vestire i panni di Franco Battiato in Franco – Il lungo viaggio, il film tv targato Rai Fiction e Casta Diva, scritto da Monica Rametta e diretto da Renato De Maria. L’annuncio, avvenuto in anteprima all’Italian Global Series Festival di Riccione, ha acceso l’entusiasmo dei fan e l’attenzione degli addetti ai lavori: non è facile raccontare un’icona, e Battiato lo è stato fino in fondo, nella sua eccentricità elegante, nella sua ironia lieve, nel suo eterno cercare.
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Il biopic di Franco Battiato è un progetto fuori dal comune
Il film tv, in arrivo su Rai 1 nel 2025, segue la scia dei biopic musicali che hanno raccontato grandi personalità della musica italiana, come Peppino Di Capri, Franco Califano e Mia Martini. Ma la storia di Battiato è un racconto a sé, complesso e sfaccettato, perché l’artista siciliano ha attraversato generi e atmosfere con una libertà creativa rara. Come spiega la sceneggiatrice Monica Rametta, Franco – Il lungo viaggio si concentrerà su un ritratto “non canonico” del cantautore: «Franco è stato un uomo che per andare avanti si è guardato dentro ed è riuscito a tirare fuori cose meravigliose attraverso la sua musica». Il capo struttura di Rai Fiction, Leonardo Ferrara, ha voluto evidenziare: «Sarà un viaggio poetico e divertente, perché Battiato aveva dentro di sé una vasta gamma di colori musicali, dalla musica pop alla sperimentazione, fino al rock progressivo. Questo film porterà con sé tante sfumature dell’artista».
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Battiato sempre alla ricerca dell’alto e dell’altro
Un tema centrale del film sarà la dimensione spirituale e mistica di Battiato, spesso trascurata nei racconti sul cantautore. Rametta sottolinea: «Franco era sempre alla ricerca dell’alto e dell’altro. Il film racconterà il suo viaggio interiore, il forte legame con la madre e la sua ironia, un lato poco conosciuto ma fondamentale. Era un uomo che amava la leggerezza».

Per Dario Aita sarà una sfida emotiva e artistica
Dario Aita, reduce dal successo con Parthenope di Paolo Sorrentino e prossimo a debuttare in Un Professore 3, ha già iniziato la sua immersione nell’universo Battiato sin dal primo provino. «Quando mi hanno scelto per il ruolo ero felice e spaventato», racconta a Riccione. «È la prima volta che interpreto un personaggio così amato. Di solito i provini mi lasciano tranquillo, questa volta ho chiamato subito amici e familiari. Da quel momento è iniziata la mia ricerca personale», ha detto l’attore siciliano. Aita confessa di avere poche conoscenze dirette di Battiato, limitate a ricordi adolescenziali degli anni ’90. «Sono partito da zero, ma una cosa è chiara: Franco era un uomo in costante ricerca di sé stesso. Se riuscirò a incarnare questo spirito, sarà una fortuna enorme», ha ammesso.


Dietro le quinte del biopic Rai di Franco Battiato
Un elemento importante per la riuscita del film è il supporto della famiglia Battiato, in particolare della nipote Cristina, che ha aperto la casa dello zio a Milo per le riprese e ha dato fiducia alla produzione. Monica Rametta evidenzia quanto questo sostegno sia stato prezioso per entrare nel mondo intimo dell’artista. Le riprese sono previste tra metà e fine ottobre, mentre la selezione delle musiche è già in corso, curata da un team di esperti che punta non solo a restituire la voce, ma anche l’anima dell’artista. Nella sua carriera Franco Battiato ha adottato infatti generi diversi. La sua è una discografia ricca e rivoluzionaria. Album come La voce del padrone (1981), vero spartiacque della musica italiana, hanno segnato un’epoca con brani iconici come “Centro di gravità permanente” e “Bandiera bianca”.
Negli anni successivi, con album come Fisiognomica (1988) e Caffè de la Paix (1993), ha sperimentato nuove sonorità, fondendo elettronica, rock e musica classica. Canzoni come “Voglio vederti danzare” e “L’era del cinghiale bianco” sono ancora oggi inni generazionali. La sua musica, lo dicevamo, ha avuto anche un’intensa dimensione spirituale e filosofica, evidente in album come L’imboscata (1996) e Ferro battuto (2001), che hanno portato il pubblico a riflettere su temi esistenziali.

Un racconto sfuggente e intenso
Raccontare Battiato non è semplice, proprio per la sua natura riservata e complessa. Come spiega Leonardo Ferrara, «Non sarà un classico racconto cronologico, ma un film che cerca di cogliere la molteplicità di sfumature che ha caratterizzato la sua vita e la sua musica». Il film è un omaggio profondo ad un uomo che ha saputo trasformare il proprio cammino interiore in arte universale. «Franco Battiato è stato un artista e un uomo che ha amato la vita in tutte le sue contraddizioni, che ha portato leggerezza e profondità insieme. Raccontare il suo viaggio è un onore e una grande responsabilità», le conclusioni di Monica Rametta. Insomma con Franco – Il lungo viaggio, Dario Aita avrà il compito di restituire al pubblico l’essenza di un artista che, più di ogni altro, ha saputo trasformare la musica in una forma di poesia universale.