
La partita sul Court Centrale di Wimbledon tra Jannik Sinner e Grigor Dimitrov è stata segnata non solo dall’esito sportivo, ma da un episodio che ha rimesso al centro i valori umani. In un incontro che vedeva l’atleta italiano impegnato in una difficile rimonta, è stato un infortunio imprevisto a cambiare il corso degli eventi. Dimitrov, in vantaggio per 7-6, 7-6, 1-2, si è accasciato al suolo dopo un servizio a causa di un dolore acuto alla spalla, ponendo fine prematuramente al match. Cosa gli ha detto Sinner?
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Sinner sceglie di aiutare Dimitrov
La reazione di Sinner ha evidenziato un profondo rispetto per l’avversario. Il tennista azzurro ha abbandonato la racchetta, si è avvicinato a Dimitrov e, senza esitazione, ha raccolto la borsa del bulgaro accompagnandolo fuori dal campo, tra gli applausi del pubblico. Un gesto che ha rappresentato la dignità dello sport, dove la vittoria passa in secondo piano rispetto all’umanità.
Il gesto emblematico – la raccolta della borsa, la camminata fianco a fianco con Dimitrov, lo sguardo basso – rappresenta perfettamente il codice etico che permea il tennis ad alti livelli. Questo episodio si inserisce in una tradizione di grande rispetto che distingue i veri professionisti.

Sinner vince ma non esulta
Rientrato in campo, Sinner non ha parlato della vittoria ma si è concentrato sulle condizioni e sulla sfortuna dell’amico e collega. Il suo volto segnato e le mani tra i capelli hanno trasmesso tutto il peso del momento, in cui la sportività ha prevalso sull’agonismo.
In occasione della sua vittoria, non ci sono state esultanze né manifestazioni di gioia. Sinner ha scelto il silenzio e il rispetto, preferendo rendere omaggio all’avversario colpito dalla sfortuna. La sua vittoria è passata in secondo piano, non celebrata né esibita, in nome di una sportività che va oltre i punteggi.
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