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Garlasco, il mistero del Dna e le ricerche di “Ignoto 3”: parla Roberta Bruzzone

Nel contesto dell’inchiesta bis relativa all’omicidio di Chiara Poggi, la criminologa Roberta Bruzzone si è espressa in maniera chiara sulle recenti acquisizioni investigative. Intervistata da La Stampa prima di partecipare all’evento “Le favole da incubo” durante la rassegna “Vigevano in castello”, Bruzzone ha dato il suo parere sulle analisi in corso volte a determinare la rilevanza delle tracce di Dna corrispondenti a “Ignoto 3” ritrovate sul corpo – precisamente sulla bocca – della vittima.

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Garlasco, le valutazioni di Roberta Bruzzone sulle ultime indagini

Nell’intervista a La Stampa, Bruzzone ha evidenziato i limiti delle attuali attività di raccolta DNA a Garlasco: «Ci manca solo che prendano il Dna a tutti gli uomini di Garlasco: si sta cercando un fantasma. Con questi indizi non si va a processo».

Al centro delle nuove indagini vi sarebbe una traccia genetica minima, rinvenuta tramite tampone orale durante l’autopsia della vittima. Bruzzone la definisce «irrilevante», specificando: «È in quantità irrisoria – ha dichiarato – e proprio per questo compatibile con una contaminazione. Le tecnologie attuali riescono a rilevare Dna anche da una singola cellula, ma qui siamo di fronte a una traccia talmente minima da far pensare a un inquinamento. Inoltre, Chiara non ha morso nessuno né qualcuno le ha tappato la bocca, perché altrimenti ci sarebbero state evidenze sul viso o sulle mucose, e non ci sono».

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Chiara Poggi

Identificazione dell’“ignoto 3” e raccolta DNA

L’indagine si concentra sull’identificazione di un soggetto maschile, denominato “ignoto 3”, non riconducibile ai principali protagonisti della vicenda. Sono in corso nuovi prelievi di DNA tra i conoscenti di Chiara Poggi, ma Bruzzone esprime scetticismo circa l’efficacia di tali azioni: «A me pare una fatica inutile, non si arriverà a nulla perché non c’è alcun aggressore o complice da trovare. Si sta cercando un fantasma», ha ribadito la criminologa.

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