
Il tempo si era improvvisamente contratto. Le giornate, un tempo piene di gesti abituali e programmi futuri, erano diventate brevi, incerte, segnate da visite mediche e parole nuove. Nessuno avrebbe potuto immaginare che dietro quel malessere apparentemente innocuo si nascondesse qualcosa di tanto più grave. A casa, ogni dettaglio quotidiano si era caricato di significati più profondi, mentre si cercava di mantenere una parvenza di normalità.
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Solo due mesi e mezzo prima si era recata dal medico per un semplice mal di gola, che sembrava non passare. “Pensavamo fosse solo un’afta”, racconta il figlio Lorenzo, ancora scosso. Poi la tragica diagnosi e l’operazione. “Non voleva che i nipoti vedessero quanto stesse male”. Monica ha trascorso l’ultimo mese ricoverata in ospedale, dove si è spenta. Una diagnosi tardiva, un male aggressivo e silenzioso, che ha tolto il futuro a una donna che aveva ancora tanto da dare.
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