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“Non c’è confronto”: sondaggi politici, chi si conferma il partito più solido

Le prossime elezioni politiche sono ancora lontane, ma i sondaggi iniziano già a tracciare le linee delle dinamiche che potrebbero accompagnare l’Italia fino al 2027. Un voto, infatti, non nasce mai da zero: è il frutto di fedeltà consolidate, di delusioni accumulate e di nuovi orientamenti. L’ultima indagine curata da Noto Sondaggi per Il Giornale mette in evidenza proprio questi movimenti, offrendo un quadro chiaro su chi tiene, chi arretra e chi approfitta delle difficoltà altrui.

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Giorgia Meloni e la fedeltà record a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia in affanno

Il dato più netto riguarda Fratelli d’Italia, che si conferma come il partito con la base più solida. Ben il 77% degli elettori del 2022 sceglierebbe di votare nuovamente per Giorgia Meloni, un risultato molto alto per il panorama politico italiano, storicamente caratterizzato da oscillazioni significative. Non mancano defezioni: alcuni guardano all’astensione o si rifugiano nell’indecisione, ma numericamente restano minoranza. Il legame tra la premier e la sua base non solo tiene, ma appare rafforzato, consolidando l’egemonia di FdI all’interno della coalizione.

Lo scenario è invece più complesso per gli alleati di centrodestra. La Lega riesce a trattenere poco più di sette elettori su dieci, ma perde consensi sia verso Fratelli d’Italia sia verso l’astensione. Ancora più critico il caso di Forza Italia, che conserva soltanto il 62% dei votanti 2022. Una quota significativa migra infatti verso FdI, mentre altri scelgono di non votare. Non si tratta di una rottura nella coalizione, ma di un riequilibrio interno che rafforza il peso di Meloni a scapito degli alleati.

Il Terzo Polo frammentato

Nell’area centrista, invece, prevale l’incertezza. L’esperimento del Terzo Polo, che nel 2022 aveva raccolto una quota importante di voti, oggi appare smembrato. Parte degli ex sostenitori guarda al Pd, altri preferiscono +Europa, ma molti scelgono l’astensione. L’assenza di una proposta politica chiara e unitaria impedisce di costruire una base elettorale fedele e duratura, lasciando l’area in una condizione di fragilità.

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