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Gaza, attacco alla nuova Flotilla: scoppia il caos nella notte (VIDEO)

Flotilla umanitaria attaccata in mare aperto

La notte tra il 24 e il 25 ottobre, la Flotilla umanitaria diretta verso la Striscia di Gaza è stata assaltata in acque internazionali, a circa centoventi miglia dalla costa, nei pressi di Port Said. Le prime informazioni, diffuse dalle stesse imbarcazioni, riferiscono di un’azione coordinata da parte dell’esercito israeliano, che ha utilizzato droni militari per circondare la nave ospedale Conscience e le otto imbarcazioni di scorta. A bordo della Conscience si trovavano oltre cento persone, tra cui decine di medici e operatori umanitari. L’attacco è avvenuto nella totale oscurità, con l’impiego di jammer per bloccare le comunicazioni radio e satellitari.

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L’attacco alla Flotilla nella notte

Secondo i racconti trasmessi poco prima dell’interruzione delle comunicazioni, squadre di incursori in tuta d’assalto hanno abbordato rapidamente le navi, neutralizzando ogni sistema di registrazione video e impedendo la diffusione di immagini. Alcuni video, inviati nei minuti precedenti il blackout, documentano l’arrivo di gommoni veloci e l’intervento di un elicottero, mentre la sala di controllo a terra riceveva il messaggio: “La nostra nave è stata colpita da un elicottero militare”.

Il portavoce italiano della spedizione, Vincenzo Fullone, aveva lanciato l’allarme poche ore prima dell’operazione: “Qui ci sono droni ovunque, temiamo possano intercettarci a breve. Trasportiamo solo medici e forniture mediche, perché si blocca anche questo?”.

Chi c’è nell’equipaggio

La missione, fortemente voluta da organizzazioni internazionali e sostenuta da numerosi enti medici, aveva lo scopo di consegnare farmaci, dispositivi salvavita e generi di prima necessità alle strutture sanitarie ancora operative nella Striscia di Gaza.

L’equipaggio della Flotilla era composto da personale sanitario proveniente da vari paesi, tra cui i medici italiani Riccardo Corradini e Francesco Prinetti, insieme a chirurghi, anestesisti, pediatri e psichiatri di fama internazionale. Molti di loro avevano lasciato famiglie e incarichi per partecipare alla missione. Tutti i membri dell’equipaggio avevano ribadito il carattere esclusivamente umanitario dell’iniziativa, sottolineando la scelta di non opporre alcuna resistenza violenta.

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